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IL FAREASSIEME ACCANTO AI DIPENDENTI DI SORRISO SUL MARE

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La psichiatria italiana di comunità nasce nel 1978 con la Legge 180 che ha chiuso gli Ospedali psichiatrici e ha aperto i Servizi di salute mentali territoriali.

Il fareassieme consiste di tutte le attività, i gruppi, le aree di lavoro promosse sul territorio in cui sono coinvolti alla pari utenti, familiari, operatori e cittadini che così imparano a lavorare assieme.

Il fareassieme è un approccio che valorizza la partecipazione  di tutti, che si sviluppa in rapporti di condivisione tra utenti, familiari e operatori, vissuti in un clima amicale e ricco di affettività.

Fareassieme significa : 

 

•   Credere che tutti possediamo un sapere. Per gli operatori deriva da un percorso professionale, per gli utenti e i familiari dall’esperienza acquisita convivendo con il disturbo psichico. Dal rispetto, dal riconoscimento e dall’integrazione di questi 2 saperi aumenta il sapere collettivo.

•   Credere nel valore della responsabilità personale. Per tutti, anche per la persona che vive le più grandi difficoltà, investire in responsabilità significa investire in salute e benessere.

•   Credere che il cambiamento sia sempre possibile. La sofferenza psichica è un evento della vita che possiamo affrontare e superare.

•   Credere che ognuno abbia delle risorse e non solo dei problemi. Tutti se ci guardiamo dentro, possiamo scoprirle e imparare a valorizzarle al meglio.

Se questa vicenda della clinica “Sorriso sul mare” fosse accaduta in un periodo differente della vita politica del nostro paese,  siamo certi che la politica centrale e periferica si sarebbero adoperate al meglio per trovare una soluzione meno drastica, centrata sulla mobilità, sulla garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali.

Riteniamo inconcepibile che la norma che dispone la riconversione (anche se solo parziale) della clinica in Comunità, possa compromettere il presente ed il futuro lavorativo di tante persone (trentacinque direttamente licenziate) e delle loro famiglie.

Nessuna possibilità di deroga, nessuna riqualificazione, nessun passaggio ad un cantiere di lavoro presso la ASL (che pure assume a tempo determinato varie figure professionali).

Oggi, lo scontro acceso tra Politica e Magistratura non lascia spazio a confronti, se non a timori di essere additati come soggetti in cerca di un qualche voto di scambio, e ancora una volta a pagare sono i lavoratori, i cittadini comuni, quelli che cercano ogni giorno di andare avanti.

In un contesto così complesso la cosa assurda sta nel fatto che mentre decine di politici “speculano” sul finanziamento ai partiti, migliaia di persone restano senza lavoro, appesi al filo degli ammortizzatori sociali.

Fareassieme per cambiare un sistema, per cercare di garantire il lavoro ai dipendenti del centro che  hanno svolto per anni, e che ora, per la volontà di pochi, viene “rubato”  senza la possibilità di creare un confronto costruttivo e con una visione differente della soluzione fin qui prospettata.


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