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Nulla pu

Riflessioni - Riflessioni
Image Il mare era fatto oggetto di discariche, come una grande pattumiera che tutto nasconde nelle sue profondità.
Lui sapeva sempre ciò che accadeva attorno.
 
La sua voce riecheggiava, e tutti gli esseri che condividevano l'ambiente marino lo rispettavano e lo informavano sullo stato dei fondali e sul comportamento degli  uomini. Le generazioni  si susseguivano, ma lui, il grande saggio, era lì, sempre pronto a difendersi dagli attacchi di quanti non lo amavano, ma lo usavano per scopi personali.
 
A nulla servivano barriere e discariche rese invisibili agli occhi umani.
Queste ferite inferte lo adiravano alla vista della morte di piante, specie marine, uccelli, frutti di un mare creato per dare vita e non toglierla.
 
La sua rabbia riecheggiava nello spumeggiare delle onde che si infrangevano sulle opere create dall'uomo e per l'uomo.
Ben comprendeva le esigenze di una razza egoista e cieca, ma le urla delle foche bastonate, delle balene trucidate in un mare rosso sangue, gli scarichi tossici e nocivi di padroni del nulla che producevano disperati canti di dolore tra i piccoli molluschi, lo rendevano pazzo di dolore per i suoi figli naturali.
 
I secoli passavano, gli uomini morivano, ma lui, pur se ferito nell'anima, continuava ad offrire i suoi frutti a una "specie" ingrata.
Quel giorno, stanco del trattamento riservatogli, e considerando che la razza umana nulla aveva imparato nel corso dei millenni, decise di sommergere ogni cosa.
 
E così ....un giorno, forse la Terra tornerà a vivere.
 
 
 
Nemesi da Wikipedia.org

 
 Etimologia e significato
Nemesi viene dal greco νέμεσις (nèmesis), derivato dal verbo νέμω (nèmo, "distribuire"), dalla radice indoeuropea nem-.

La parola viene usata con il significato di "sdegno", "indignazione", da scrittori come Omero (Odissea) ed Aristotele (Etica Nicomachea), mentre ha il significato di "vendetta", "castigo" per scrittori come Erodoto, Eliano (Varia historia) e Plutarco. Nella Theologumena arithmeticae di Iamblico ha il valore numerale di 5.

La parola ha il valore di "giustizia compensatrice" o "giustizia divina". Infatti originariamente la dea greca distribuiva gioia o dolore secondo il giusto, e quindi con "nemesi" si intende l'evento negativo che segue un periodo particolarmente fortunato come atto di giustizia compensatrice distribuito dal fato. L'idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, per cui il bene debba essere compensato dal male in egual misura.

Nella cultura anglosassone moderna, il termine ha assunto il significato di nemico.

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