La vita riserva sorprese, fatte di delusioni, amori, sofferenze, gioie. 

Troppo spesso è l'uomo la causa del proprio male, ricercatore irrefrenabile di emozioni che altrimenti non saprebbe come colmare. 

Ma come e quando l'uomo diventa protagonista della sua vita, del mondo in cui è stato "onorato" di vivere da un Signore che è al di sopra delle parti, chiunque sia. 

Non deve trattarsi di Dio o di Geova, non deve essere un Dio greco o un Faraone Egiziano, ma tutte le Religioni insegnano a prendere parte alla vita. 

Facile criticare e non fare, troppo facile odiare e non amare, ancor di più parlare e sentenziare. Quando guardiamo un nostro simile il primo sentimento che si risveglia in noi è quello dell'invidia. 

Avete mai provato a parlare con un uomo su una sedia a rotelle di ciò che manca alla sua vita? E ad una ragazza depressa ed in piena crisi cosa vorrebbe dalla vita? O ad una donna malata ed innamorata dei suoi figli cosa pensa del suo ciclo di chemioterapia? Avete mai pensato a cosa significhi continuare a vivere per una donna stuprata? E ad un giovane che è appena uscito dal Centro Igiene Mentale che cerca di sforzarsi per ritornare ad essere uno di noi? 

Domande che quasi mai trovano una risposta nell'interlocutore. 

La risposta è dentro di loro. Le domande sono dentro di noi. 

La vita è attorno a noi, ma nonostante ciò continuiamo a criticare un modello senza disegnarne altri. 

Questo significa vivere? No, nessuna Religione insegna ciò che Noi tutti "uomini" siamo abituati a fare, burattini di un mondo adattato, animali senza anima e coscienza, arrivisti senza dignità, e tutto nel nome di un Dio : ognuno ha il suo, troppo ipocriti per amare lo stesso!