Come molti sanno, non sono nè uno psichiatra, nè uno psicologo, ma ciò che si legge sui quotidiani non lascia spazio a dubbi.
 
Cerco di lanciare dei messaggi perchè le Istituzioni comprendano che la depressione, intesa come malattia, sta divenendo un fenomeno sempre più esteso, che non conosce ricchi e poveri o limiti di età.
 
Le esperienze personali e la condivisione di percorsi similari mi permettono di comprendere  quanto importante sia l'Amore e il rapporto umano. Spesso accade che finchè qualcuno non vive questa larva, non riesce a comprendere.
Solo successivamente, guardandosi nello specchio della vita, può scegliere se condividerla con il prossimo, o tenerla per sempre dentro di se.
 
Io ho fatto la mia scelta, e posso affermare che quella ferita, pur se rimarginata, resta sempre con una gocciolina di sangue pronta a scappare via.
Non mi interessa di ciò che pensa "la gente" perchè nessuno è immune e Dio è sempre pronto a metterci alla prova, quindi giudicare chi e per cosa?
 
Per ciò che riguarda le persone anziane,   sarebbe importante analizzare  l’ambiente in cui l’anziano vive, i fattori psicologici, sociali e ambientali che lo circondano.
 
 Spesso la vecchiaia viene vissuta come una malattia con rassegnazione e senza stimoli verso il mondo circostante, ci si chiude in sé stessi, si vive di ricordi e ci si ammala di depressione.
 
Per evitare che si inneschi un quadro depressivo è importante circondare l’anziano di affetto e di considerazione, facendogli capire che gli anni vissuti non sono un peso ma un bagaglio di preziose esperienze da arricchire ulteriormente e da condividere con gli altri.
 
Le Istituzioni hanno un compito importante da seguire, così come la collettività, e le famiglie.
 
Girarsi dall'altra parte? Domani potrebbe accadere a noi che qualcuno si volti guardando un nostro caro in "difficoltà".

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