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Il bambino

Narrativa - Narrativa e Poesia

L’alba era ormai vicina, accompagnata dal cinguettio degli uccelli e da una leggera brezza che faceva assomigliare il mare a un dipinto di Marquez.

Le cime degli alberi ondeggiavano leggere, e le cornacchie si sfidavano a duello per beccare l’ultima briciola di un banchetto che si era consumato la sera precedente.

Tutto era immerso nella Natura, madre e maestra di Vita.

Un’altra notte era trascorsa, insonne prigioniera del suo passato.

Il bambino, liberatosi dalle catene del suo vissuto, faticava a ritrovare la via del sorriso. Per troppo tempo  aveva tenuto in serbo il suo grande segreto.

Uomo ferito, bambino disperso, Vita consumata dalla paura di un ricordo lontano.

La luce del sole faceva ora capolino tra le nubi bianche e soffici, ovattate dal silenzio e ricoperte di panna e zucchero a velo.

L’anima chiedeva silenziosamente il suo riscatto, la sua rivincita sull’indifferenza.

Il bambino aveva preso per mano la sua guida, proprio come il sole e la luna, il giorno e la notte. Scalzo, nel buio della sua paura, camminava lungo una via mai percorsa prima, nascosta nell’angolo più oscuro dei suoi ricordi lontani.

La notte era lì, sempre in agguato, pronta a rispondere al richiamo dell’oscurità.

Una nuova battaglia aveva preso il via, alimentata dai “risvegli” di un bambino il cui unico torto era stato quello di nascere senza difese.


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