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L'isola che c'

Narrativa - Narrativa e Poesia

Image Quando mi sono imbarcato per raggiungerla, desideravo  lasciare ogni cosa alle mie spalle.
Il sipario alzato fra me e  la terraferma era costellato da promesse e illusioni. Luci artificiali accese da chi non riusciva a trovare risposte alla nebbia che si era alzata durante il lungo viaggio.
Il peschereccio aveva imbarcato i profeti di una Patria spaccata, divisa da chi non voleva vedere dentro gli sguardi della Vita altrui.
Quel grosso scoglio era lì, amato dai pescatori che hanno popolato l'Universo narrando storie frutto di un sogno divenuto realtà. 

Tanti i canti delle Sirene, attente osservatrici dei disagi altrui, profittatrici di anime in cerca di pace.
Le loro parole suonavano dolci e misteriose.
Promesse fondate su bisogni, incantatrici di chi ben conosceva la solitudine, arroccata e incapace di abbandonare l'isola dei desideri.
 
Una perla per molti, da mostrare durante gli eventi di gala, un sogno da condividere con chi ama i profumi del vento.
E mentre le preziose isole brillano nelle oscurità dei maligni, c'è chi desidera imbottigliarle, rendendole schiave di amori perduti e traguardi lontani.
Il mare, sovrano, le nasconde e le allontana.
Il vento porta via le parole inutili, artefatte e intinte nell'odio e nel rancore di mille anni di storie.
 
Il mio viaggio è terminato.
Non ho nulla da dire a chi vive  ascoltando la natura.
Basta uno sguardo per comprendere quanto siano distanti i nostri mondi, un'occhiata per misurare la lontananza.
Non servono parole.
Sembrava ieri che avevo venti anni e sono quasi quaranta.
Il tempo passa e resta solo il ricordo di qualcosa che ho lasciato durante il mio percorso.
 
L'isola c'è, è lì, in mezzo al mare, sempre.
Sa ascoltare, osservare, amare, stregare i suoi abitanti, ma non li tradirebbe  mai.

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