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Il volo di Xeno

Narrativa - Narrativa e Poesia
Un giorno Xeno decise di sorvolare il Vulcano Mantibo per guardare nel suo cono e scoprire quali specie di piante e fiori potessero mai vivere arroccate sulla sua parete bollente. La lava scendeva lenta mentre i corvi, con il loro piumaggio nero e gli occhi rossi, si preparavano a seguire curiosi il suo volo temerario. Lanciatosi dalla sommità del tempio della dea Kalishi, iniziò la sua ascesa tra la foresta di Hangar e il fiume di Fhali, mentre i salmoni saltavano verso la grotta di Mila, dea della pioggia.

Giunto sul cono, Mantibo sembrava adirato per la presenza del giovane, e iniziò a spruzzare lapilli incandescenti.
Xeno non aveva paura, era troppo curioso di vedere le piante che i suoi antenati usavano per curare “il male oscuro”, e così decise di planare sulla sommità del Rè della foresta.

Un cuscino di foglie attutì la sua caduta.
Scese qualche metro e raccolse un Rakairi, fiore della felicità, e ripartendo in volo lo portò al capo villaggio per curare la salute di Tyron, il figlio della Principessa Zora.

Xeno ripose il fiore alla testa del letto del ragazzo e come d’incanto il sole riprese a risplendere nel cuore del giovane guerriero.


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