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Un giorno in Purgatorio

Narrativa - Narrativa e Poesia
Il suo scheletro era stato riposto in una splendida bara in ciliegio,  
su un cuscino di seta  indiana. Era un mucchio di ossa molto simpatico,
ma nonostante questo, preferiva la solitudine e la meditazione.

Non mangiava molto da quando lo avevano sfrattato dalla cappella di
famiglia,un luogo silenzioso, dove non si veniva disturbati dai giochi dei
bambini o dalle chiacchiere delle donne che ricordavano i tempi dei
tempi.

La nuova sistemazione non si confaceva al suo titolo nobiliare.
Un terzo piano vista scarpata era veramente troppo per il Conte
Safilus.

Affacciandosi poteva vedere solo Lino lo spazzino e una splendida pianta di ginestre,
gialla come i capelli di una bambina bionda e sorridente.
 
Safilus scambiava due parole con alcuni ospiti, ma gli argomenti da lui introdotti
non facevano parte della cultura di quel luogo, semplice ma povero.
 
Restava quindi spesso solo con i suoi pensieri, lontani e frutto di una fervida fantasia.
 
Quella mattina,mentre era intento a leggere i nomi incisi sulle lastre di marmo che ricoprivano i loculi,
vide la fotografia di un suo vecchio amico, un fuciliere partito per la Campagna d'Africa.
Eziooo, chiamò .
Rispose però Linda, una signora morta durante la seconda guerra, che disse lui : Ezio riposa in pace. Ha espiato tutte le sue pene, non può parlare con noi, forse un giorno riusciremo a raggiungerlo nel mondo della pace.
 
Nonostante il suo titolo e le sue ricchezze il Conte Safilus non poteva comprare la pace e la serenità, o condividere questo con qualcuno.
Riusci quindi a capire il vero valore della vita e abbandonò il suo vecchio stile iniziando a parlare con tutti.
Tra un commento e una risata per le barzellette raccontate da Er Ciocia, Safilus assaporava il piacere della compagnia e delle cose semplici.
 
Quando venne il giorno della Liberazione, Dio rivolgendosi a lui disse: tutti gli uomini sono uguali e oggi che l'hai capito la tua missione sarà quella di educare le coscienze dei "padroni" che come te erano classisti e egoisti a fondersi con chi è stato meno fortunato,offrendo te stesso e quello che hai imparato vivendo accanto ai tuoi semplici amici di trapasso.
 
Buon lavoro e buon viaggio.


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