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Quando a parlare

Narrativa - Narrativa e Poesia
Non lasciare il tuo sogno, vivilo ancora per una notte, fino a quando il sole non farà  capolino tra Ventotene e Palmarola, e il buio riavvolgerà i tuoi pensieri, trasformando il desiderio in realtà.
Non demordere come hai fatto quel giorno, sola in riva al mare con i gabbiani reali che ti indicavano la strada del desinare. Gaeta è la loro meta serale, il Golfo  quella mattutina.

Monte Orlando sembra quasi la dimora del Re e della Regina dei gabbiani.
Tutti ascoltano il richiamo, e il tardo pomeriggio, come uno stormo di aerei fa ritorno alla base, così gli indomiti cavalieri dell'aria fluttuano tra un lieve ponente ed un maestrale che fa timidamente la sua comparsa.

Seduto sulla scogliera sogno qualcosa che faccia rivivere ai miei figli il sogno che è stato mio.
Si, forse è solo egoismo, ma quante volte vorremmo che non si allontanassero troppo da casa? Quante volte cerchiamo di coniugare il loro futuro con il nostro?

Osservo il mio ritratto di bambino, introverso e solitario, sognatore e idealista. Lo cambio, lo aggiusto, ma non serve a niente, io sono così!

Porto dentro ciò che è stato tuo e che ora puoi condividere con un amico.
Un amico. Bella parola, usata spesso per chiedere qualcosa, o ancora da altri per smuovere la coscienza.

Tu, lì in fondo, ascolta come l'acqua del fiume piange le sue lacrime di dolore. Nessuno lo rispetta e tutti lo usano per riversare ciò che di più brutto vedono attorno a loro. Il fiume può morire, riversando a sua volta in mare il suo ultimo grido, ma qualcuno porterà nella propria coscienza ciò che è il frutto della sua superficialità, un amore di interesse.

Ed ecco il mare, che tra scarichi e falsi idealisti soffre, non respira, è in stato comatoso. Mentre la stampa riporta dichiarazioni di politici che peccano di personalismi, il mare avvisa i nostri figli del suo male. "Guardate - grida il mare - ho la schiuma alla bocca. Vomito tutto fuori perchè ormai sono pieno di dolore. Guardate quante cose vi sto riportando davanti agli occhi, ma voi siete troppo ciechi per capire. Questo lo lascerete in eredità ai vostri figli. Litigate pure per il potere e la poltrona, per chi ha fatto e chi non ha fatto. Vivete pure di ipocrisia. Io vi ho avvisato".

Il boccheggiare dei pesci sembra un appello : " Bastaaaaaa, ci state uccidendo!! Guardateci, stiamo morendo tutti. Non date la colpa alle alghe, dovete sempre trovare una giustificazione a tutto? Un colpevole? Fate come volete, molti nostri amici si sono sacrificati per rendervi nota la situazione, ma voi aspettate che le temperature si abbassino, che l'estate termini, come i corvi attendete le prossime elezioni per promettere e non mantenere".

Il sogno sta per finire, ma tu continua a dormire, continua a credere che prima o poi...

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