Non era il tuo corpo viscido e sanguinolento ad avermi lasciato impietrito, pieno di pustole e bubboni, frutto di malefiche attenzioni e di giudizi inconsulti.
Il tuo harem, una tenda in cemento, era il covo di riflessioni distorte e di analisi sommarie.
E da dentro il tuo mondo vedevi ciò che non sentivi rappresentarti .
Il fumo sollevato dalle profondità degli inferi, nascondeva coloro che ti seguivano e ti usavano a loro piacimento.
Tutti siamo liberi schiavi di noi stessi, ma ognuno sceglie il proprio Signore.
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