E’ la risposta data all’interpello di un contribuente – con la risoluzione 62/E – dall’agenzia delle entrate, interpretando l’articolo 187 del Dpr 917/1986, sugli adempimenti tributari cui è tenuto il custode di una azienda sotto sequestro giudiziario.
I beni sotto sequestro antimafia verrebbero a costituire un patrimonio separato, paragonabile all’eredità giacente, dato che in entrambe le circostanze il custode eserciterebbe l’amministrazione provvisoria di un patrimonio.
Il custode giudiziario non solo è tenuto a presentare le dichiarazioni dei redditi (Unico PF, Unico 770 e dichiarazione annuale Iva) per i periodi di imposta che interessano il controllo giudiziario nei termini ordinari, ma dovrà anche provvedere ai versamenti dei tributi in via provvisoria ai sensi dell’art. 187 del tuir.
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