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VIOLENZA PSICOLOGICA IN FAMIGLIA ANCHE OLTRE LA VITA
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Recente giurisprudenza di merito e di legittimità ha aperto il varco alla tutela penale degli abusi psicologici quando essi, sulla base di un rapporto personale continuativo tra autore del reato e vittima, connotato da sistematiche e abituali sopraffazione psicologiche per lo più verificatesi nell’ambito delle mura domestiche, sono tali da rendere abitualmente dolorose le relazioni familiari e da determinare uno stato di avvilimento morale vuoi con atti, vuoi con parole che offendono il decoro e la dignità della persona, nonché con violenze (psicologiche appunto) capaci di produrre sensazioni dolorose pur senza lasciare traccia visibile.
Ci sono parole, azioni,comportamenti, interazioni che nessuna legge punisce (o riesce a punire, almeno fino ad oggi), ma che possono risultare ancor più invalidanti di una ecchimosi o di uno sfregio, perché feriscono, tagliano e segnano in modo indelebile la coscienza. Si tratta di una violenza che riguarda situazioni diverse sia di tipo carenziale-omissivo che di tipo attivamente lesivo, che colpiscono il benessere emotivo e psicologico della vittima.
La provocazione continua, persistente, quasi uno stile di vita, l’offesa, la denigrazione, il disprezzare, l’umiliare, l’ossessionare, la svalutazione, il privare della privacy, la coercizione, il ricatto, il silenzio, la privazione della libertà, il subissare di responsabilità, la menzogna, l’assenza di un adeguato supporto economico e il tradimento della fiducia riposta, la noncuranza, la trascuratezza fisica e affettiva, l’esclusione dalle decisioni importanti della famiglia, la manipolazione dei sensi di colpa, sono solo alcune forme in cui si manifesta la violenza psicologica.
Quando una o più di queste condotte diventano pervasive al punto da caratterizzare e stravolgere le interazioni e da far sorgere disfunzionamenti e/o mutamenti delle condizioni emotive e di vita della vittima, allora si può parlare di vero e proprio“abuso psicologico“. Una tipologia di violenza subdola, spesso perversamente legata ai disturbi del o dei soggetti di quel particolare contesto socio-ambientale, in grado di provocare gravissime sofferenze in chi la patisce, sofferenze molto difficilmente dimostrabili in un’ottica giudiziaria, ma non per questo meno reali, meno autentiche e meno pericolose.
Tali aggressioni, non agiscono direttamente sul piano fisico come uno schiaffo, una spinta, un calcio, ma giorno dopo giorno, creano un clima invivibile ad attuano un processo di distruzione psicologica, dove le parole e gli atteggiamenti possono ferire profondamente come pugni, possono essere usate per umiliare e pian piano distruggere una persona.
La cosa che più colpisce è che tale fenomeno inizia non appena chiuso l’uscio di casa, laddove “si dice”, ognuno dovrebbe godere di maggiore sicurezza, cioè in famiglia. Violenze subdole consumate nell’intimo delle mura domestiche, che non lasciano segni sul corpo ma che feriscono profondamente l’anima, la personalità e la dignità rendendo la vita impossibile.
In tanti hanno le quattro mura a protezione di queste violenze, rese invisibili da una cortina di indifferenza e di povertà intellettuale.
Nel mio piccolo sto cercando di rendere queste pareti di vetro.
Avere una visione completa dentro e fuori di noi ci aiuta a tendere una mano per donare o chiedere aiuto.
Autoaiutiamoci!!!
Italo
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