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Separazione e Divorzio? Peggio della lebbra!
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Abbazia Di Casamari 15 Febbraio 2015
Ciò che colpisce all’inizio del Vangelo di oggi è l’atteggiamento del lebbroso, pur non riuscendo quasi a rimanere in piedi per le condizioni del suo corpo, quando si vide davanti Gesù subito si inginocchiò.
Mettersi in ginocchio è un atto di adorazione e di rispetto verso Dio, purtroppo in molte Chiese sono scomparsi gli inginocchiatoi e dove ci sono se qualcuno si inginocchia …. non viene ascoltato dal Sacerdote neanche durante la confessione.
Non è curioso sentire che un credente viene richiamato perché adora Gesù e apre il suo cuore di fronte al un Suo messaggero?
Il parroco, cadendo in una forte contraddizione, consiglia all’uomo separato e divorziato di cancellare il precedente vincolo matrimoniale presso il Tribunale Ecclesiastico evitandogli, a suo dire, di cadere nel peccato per la convivenza con la sua amata.
Il lebbroso si inginocchiò perché aveva Fede, io mi inginocchio perché ho Fede e Credo che un parroco non possa giudicare la mia anima se non vivendola, se non imparando a leggere al mio stesso libro: io leggo il Vangelo mentre lui il diritto canonico.
Oggi si inginocchiano quelli che hanno ancora Fede e la coltivano con attenzione. L’atto di inginocchiarsi non manifesta solamente un atto di adorazione e di Fede verso Gesù, comporta anche l’espressione di atti di amore e di fiducia che proprio Gesù vuole ascoltare dai suoi fedeli, da coloro che Credono in Lui.
Chi si inginocchia chiede umilmente aiuto a Gesù, e questa Fede non si esprime in uguale misura rimanendo seduti comodamente!
E allora perché il Sacerdote afferma che sono un peccatore quando mi inginocchio per confidare il mio Amore per Dio e spiegare le motivazioni della trasformazione della mia Vita?
Il gesto di adorazione del lebbroso era la prova di umiltà e la richiesta sincera di guarire dal male incurabile, da questi atti esteriori di penitenza si riconosce l’interno del cristiano che ha Fede.
Mettersi in ginocchio è un dovere, è riconoscenza e ringraziamento.
Dopo la supplica in ginocchio, il lebbroso chiese con voce tremula per l’emozione: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Poche parole ma sono forti, toccano il Cuore di Gesù e smuovono la sua misericordia. Il lebbroso dice a Gesù che Lui può fare tutto, basta volerlo, deve fare un cenno con l’intelletto.
Gesù lo fa e dice al lebbroso che la miracolosa guarigione è arrivata per il suo onnipotente intervento. “Lo voglio, sii guarito!”.
La lebbra era allora considerata una malattia incurabile, le membra del lebbroso erano aggredite e a poco a poco devastate, e i tratti del viso, le mani, i piedi si deformavano tra grandi sofferenze. Con un solo cenno Gesù ha riportato la pelle, il corpo del lebbroso come quello di un bambino, sano e splendente.
Per timore del contagio i lebbrosi si allontanavano dalle città e dalle strade. Come abbiamo visto invece Gesù lo va a cercare e gli parla da vicino, perché la sua Carne immacolata non teme il contagio, Gesù guarisce quel contagio della lebbra diffusa nel corpo dell’ammalato.
Riflettete sulle parole del lebbroso quando si trovò davanti a Gesù, non disse molte parole, non si preparò un discorso, egli aprì il cuore e disse le parole più umili e sincere: “Se vuoi, puoi purificarmi!”. Bisogna imparare a pregare come questo lebbroso, però solamente la grande sofferenza agevola una manifestazione forte di Fede. Il frate conosce le ferite del mio cuore e della mia anima? Legge il mio Amore per il prossimo? Nonostante ciò mi allontana e mi indica la strada che ai tempi di Gesù sarebbe stata da Lui stesso cancellata.
La lebbra è l’immagine dei peccati. Oggi è diffusissima questa lebbra che sembra invisibile ma invece si manifesta nei volti e nelle parole dei peccatori. La persona più corrotta anche se nasconde la sua lebbra del peccato interiore, viene riconosciuta e perdonata proprio nel confessionale.
Io oggi sono stato messo alla stregua di un corruttore, di un assassino, di un malavitoso, di un traditore, ma non sono stato assolto bensì invitato ad accomodarmi perché nel peccato di essere ritornato a vivere con trasparenza una nuova vita sentimentale.
Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa o andiamo davanti al Tabernacolo o preghiamo con profondo amore, Gesù si commuove, ci abbraccia ed è pronto a donarci le più grandi Grazie. Ma l’uomo spesso non è pronto…altre volte è il Sacerdote a non essere pronto a perdonare e ad amare incondizionatamente.
Gesù non manda via il lebbroso, ma il Frate ha mandato via me per correre dietro al banco a vendere i prodotti dell’Abbazia, lasciandomi nell’oblio del peccato.
Erminio (Italo) Di Nora www.erminiodinora.com
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