L’uomo, rifocillato con amorose cure, si accorge di essere un esploratore di frontiere che geneticamente nascondeva nel suo involucro e a volte si riconosce o per duplicazione o per somiglianza che è una perfetta copia di chi l’ha preceduto.
E’ proprio l’amore della famiglia che conserva nella memoria il vissuto indelebile ed è nelle sue radici che il miele s’impasta e rende desiderabile anche il dolore che lo fa principe della sua stessa vita.
Mi chiedo :”Si può fabbricare un mondo senza il travaglio del peccato, senza i fulgori della redenzione quando hai vissuto sensazioni di disperazione?”.
Questa è la storia di un cammino all’indietro che noi vediamo solo come materia e chiamiamo “mutamento”.
Concludo con una riflessione.
Nella nostra profondità da sempre guizzano energie, onde e segni che, se ascoltiamo, ci consentono di raffigurare in noi il “poetico cavaliere” che, in un’isola deserta, trova la rosa per la sua amata.
Maria Cardi
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