Quasi sei lavoratori atipici su dieci guadagnano in un anno meno di 10 mila euro. È quanto emerge dal primo rapporto dell'osservatorio permanente sul lavoro atipico in Italia, patrocinato da Cgil, Nidil, Ires e in collaborazione con la facoltà di scienze della comunicazione de La Sapienza, presentato ieri a Roma, nel quale viene analizzato il fenomeno basandosi sui lavoratori iscritti alla gestione separata Inps: su un totale di 1.475.111 iscritti, 803.588 sono lavoratori atipici con unico reddito, a forte rischio di precarietà, mentre 209.960 sono lavoratori con partita Iva. In effetti i lavoratori della gestione separata assomigliano più a lavoratori dipendenti tradizionali che a free-lance d'impresa, ma a differenza dei primi hanno poche tutele e scarse prospettive previdenziali: 746.311, circa il 77 % sono co.co.co e co.co.pro. in imprese o aziende private, quasi l'8 %, quindi 75.756, sono co.co.co impiegati nella pubblica amministrazione. Incidono con percentuali più modeste i collaboratori di giornali, dottorandi o borsisti, venditori porta a porta, collaboratori occasionali o co.co.co. prorogati. Poco meno di un terzo degli iscritti alla gestione separata sono amministratori e sindaci di società.
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