- Notice
La Pesca Professionale e le ingiustizie per Legge
Pesca e Acquacoltura - Novità |
Dott. Erminio DI NORA
Via Romanelli, 21
04028 - SCAURI DI MINTURNO – (LT)
Tel./fax 0771 614986 e-mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Al Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Maurizio Martina
Gentilissima Signora Commissario Europeo alla Pesca
Maria Damanaki Rue Joseph II 99 1000 Bruxelles
Al Comandante della Guardia Costiera di Gaeta
C.F. Cosimo Nicastro
Oggetto: Richiesta per diniego ulteriore proroga per la pesca “sperimentale” con le turbosoffianti nel Compartimento Marittimo di Gaeta alle stesse condizioni del passato.
Egregio Signor Ministro,
con la presente intendo sottoporLe la problematica relativa alla pesca dei cannolicchi e delle vongole con il sistema draga idraulica o turbosoffiante a pochi metri dalla costa.
Un’ ulteriore proroga della deroga già concessa potrebbe, a mio avviso, impedire che i rastrelli da natante possano trovare ancora telline, e quindi sostenere le famiglie degli imbarcati.
Concordo anch’io nel ritenere che la distanza imposta nel Reg. CE sia eccessiva rispetto all’areale in cui abitualmente si riproducono le specie bersaglio (cannolicchi e vongole), ma allo stesso tempo ritengo che la pesca con le turbosoffianti a pochi metri dalla riva, comprometta il corretto equilibrio dell’ecosistema marino, impedendo di fatto la riproduzione delle telline stesse.
Il danno, pertanto, non è solamente legato al lavoro dei pescatori, ma anche e soprattutto alla sopravvivenza della specie tellina (donax trunculus).
Viene definita pesca sperimentale, ma chi vive il mare ben conosce le caratteristiche di queste zone.
Così come non si può pensare di pescare cannolicchi e vongole a 700 metri dalla costa, allo stesso modo non si può certo immaginare di non provocare danni lavorando con una draga idraulica a pochi metri dalla riva.
Oltretutto, il rilascio di nuove autorizzazioni per la pesca sportiva in un contesto di crisi come quello odierno corrisponde, a mio avviso, ad alimentare una vera e propria guerra tra poveri.
A tal proposito la domanda sorge spontanea:
- è possibile pescare le telline (ad esempio) con un attrezzo (rastrello a mano con quali caratteristiche), concedendo autorizzazioni a un numero di persone non ben precisato per praticare la pesca sportiva? Potrebbero essere 100 e pescare 500 kg di telline, o 1000 e pescarne 5000?
La conseguenza sarebbe che in alcune aree i pescatori potrebbero ritenere conveniente chiudere le posizioni previdenziali e fiscali, non pagare contributi e tassa sulla licenza di pesca, e fare gli “sportivi”.
Ho sempre chiesto l’istituzione di una tassa per praticare la pesca sportiva, e con ciò mi riferisco a coloro i quali, pescando 5 kg di prodotto, potrebbero rivenderlo (tra l’altro senza alcun controllo sanitario), depauperando comunque le risorse ittiche senza contribuire in alcun modo al loro ripopolamento.
Ricordiamo ad esempio che le acque del tratto di mare in questione, che comprende anche Minturno, è classificato “zona B”, ragion per cui il prodotto tellina o vongola che sia, una volta pescato non può essere consumato se non precedentemente depurato in un impianto a norma CEE.
Non so quali richieste e quali suggerimenti arrivino alle Amministrazioni, ma bisogna far capire che non è liberalizzando tutto, senza regole certe, che ognuno potrà portare un piatto in tavola.
Obiettivo delle recenti norme è individuare un sistema di regole coerenti con le necessità di tutela degli ecosistemi marini
Regolare la pesca sportiva/ricreativa significa generare grandi opportunità di integrazione attraverso il turismo, con l'uso ricreativo del mare. A tal proposito il decreto Mipaaf del 6 dicembre 2010, che è finalizzato a promuovere la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare, potrebbe aprire una nuova partecipazione al tavolo delle trattative.
Le chiedo in ultimo di valutare la posizione che concerne le vittime del mare (oggetto di diverse pregresse interrogazioni parlamentari volte ad alleviare situazioni di grave disagio), e cioè di quei pescatori che hanno perso la vita durante l’attività di pesca, o che sono venuti a mancare per una grave malattia e che, purtroppo, non godono di alcuna priorità nella liquidazione del premio per la demolizione.
Certo che la sensibilità della S.V. Illustrissima possa accogliere favorevolmente questa richiesta di aiuto, adottando gli opportuni provvedimenti, porgo distinti saluti.
Scauri, 3 aprile 2014.
Dott. Erminio Di Nora
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