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Agricoltura e Criminalità
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I prezzi della frutta e della verdura triplicano dal campo alla tavola, anche per effetto delle infiltrazioni della malavita che in certe zone monopolizzano le attività di autotrasporto e gonfiano i costi per imprese e consumatori.
In un Paese come l’Italia dove oltre l’86 per centro dei trasporti commerciali avviene su gomma, la logistica incide per in misura rilevante sui costi di frutta e verdura.
Le imprese agricole e i consumatori subiscono l’impatto devastante delle strozzature di filiera su cui si insinua un sistema di distribuzione e trasporto gonfiato e alterato troppo spesso da insopportabili fenomeni di criminalità che danneggiano tutti gli operatori.
L’effetto sono i bassi prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti in un Paese come l’Italia che ha la leadership europea in quantità e qualità nell’offerta di ortofrutta.
La criminalità organizzata in agricoltura opera attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato.
Tra i fenomeni preoccupano le intromissioni nel sistema di distribuzione e trasporto dei prodotti alimentari, carne e ortofrutticoli soprattutto, che mettono anche a rischio la sicurezza alimentare delle produzioni oltre a danneggiare gli operatori sotto il profilo economico.
Sempre piu' spesso le campagne vengono usate per smaltire rifiuti e sostanze tossiche.
L'accaparramento di terreni agricoli serve infatti anche a coprire il business criminale dei rifiuti che sviluppa un fatturato illegale che ha raggiunto quasi 3,9 miliardi, tra rifiuti speciali e urbani, con oltre cinquemila reati accertati nel 2012. E' quanto emerge da una analisi dell'Indagine Coldiretti in occasione della presentazione del Rapporto "Agromafie", elaborato insieme ad Eurispes, al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Cernobbio.
Le imprese criminali si impadroniscono dei terreni destinati alla produzione di cibo e li utilizzano come vere e proprie discariche. I campi vengono cosi' contaminati, spesso in maniera irreversibile, con gravi rischi per l'ambiente, ma anche per la salute delle persone poiche' mafia e camorra, al fine di coprire l'attivita' di smaltimento illecito, continuano la coltivazione di ortaggi o altri prodotti. L'ultima emergenza e' scoppiata nella Terra dei Fuochi, l'area campana tra le province di Napoli e Caserta.
Una situazione rispetto alla quale occorre fare immediatamente chiarezza con la mappatura dei siti realmente inquinati.
Gli agricoltori sono pronti a chiedere il risarcimento danni per il pesante danno economico e di immagine che sta colpendo le aziende. Ma la contaminazione dei suoli e' un problema che interessa ormai l'intero Paese con ben 725.000 ettari di aree gravemente inquinate, una superficie grande poco meno del Friuli Venezia Giulia.
A guidare la classifica delle regioni con la maggior percentuale di siti inquinati rispetto alla superficie totale e' la Campania, con il 18% del suo territorio da bonificare, davanti a Sardegna, Lazio e Piemonte. Secondo il rapporto Agromafie, si tratta di zone industriali e di altro genere che sono state spesso sottratte all'uso agricolo, tanto che nel giro di vent'anni sono scomparsi 4,4 milioni di ettari di campagna, oltre un terzo della superficie agricola attuale, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. Un fenomeno determinato dalla cementificazione selvaggia, ma anche della crescita della presenza della criminalita' organizzata nelle strategie di utilizzazione del suolo.
Gli interessi sono mutati, così come gli obiettivi della malavita, e se per raggiungere un obiettivo, bisogna compromettere la salute pubblica, non si hanno esitazioni, e viene dato un prezzo anche alla vita e alla morte.
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