Natale è alle porte, e forse tutti saremo più buoni.
E si, perché il resto dell’anno possiamo fare ciò che desideriamo, ma a Natale, quando si rinnova la Nascita di Gesù Bambino, tutti dobbiamo essere più bravi.
Credo sia il caso, proprio perché sta arrivando il Natale, di guardarci un po’ allo specchio e confessarci con la nostra coscienza.
U sazio nun crere o riunu. Il sazio non crede al digiuno.
Credo che questo proverbio napoletano sia azzeccato, sempre e comunque.
La fame mostra i suoi canini, attraverso scippi, furti, e rapine.
Chi ha la possibilità, vive all’interno di un guscio insonorizzato, isolato, come se risiedesse su un altro pianeta.
Chi invece non ha neanche la metà del guscio superiore per coprirsi, sopravvive.
Noi gli passiamo accanto, ma siamo talmente impegnati tra imposte, tasse e mancanza di soldi, che corriamo senza voltarci per timore di non reggere la “concorrenza”.
Siamo stanchi di tanta pressione, della mancanza del lavoro, della chiusura delle fabbriche, dei risultati ad ogni costo.
Le famiglie soccombono sotto il peso di chi ha mal governato il Paese.
Le famiglie si dividono, e i figli si disperdono nel bosco, proprio come le pecore e il buon pastore.
La testa è piena di pensieri, e così, c’è chi la immerge nel cloroformio, chi nell’alcool, chi preferisce fuggire via da questa condizione.
Giovani senza lavoro, anziani senza assistenza, due facce della stessa medaglia.
I primi, spesso si ribellano a questo stato di cose, i secondi, al contrario, rassegnati e soli, si affidano alla preghiera e ad un passato che vive di ricordi.
Però, nonostante tutto, potrebbe essere un Natale migliore se solo riuscissimo a condividere parte della nostra “ricchezza” con quanti non hanno la stessa fortuna.
Erminio Di Nora
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