Ho vissuto i miei sogni cavalcando l'unicorno, rincorrendo il vento,
saltando da una nuovola all'altra, per poi scivolare lungo la coda dell'arcobaleno.
Una vita plasmata attorno alla mia armatura,
una vita a far finta che la realtà fosse tutta nascosta nella mia immaginazione,
un universo nel quale nessuno sarebbe mai riuscito ad entrare.
Non aveva recinti nè muri, ma un semplice cuore,
che come uno scrigno, custodiva il suo segreto.
Anni a rincorrerlo, a cercarlo, a nasconderlo, permettendo l'entrata solo ai diversi
e a coloro che, come le pecore nere, un tempo erano emarginati dalla realtà.
Il mio sogno ha sempre avuto posto per loro, il mio sogno era mio,
il solo posto dove nessuno sarebbe mai entrato senza chiedere prima il permesso.
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