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Riforma del lavoro: gli ammortizzatori sociali e l’assicurazione sociale per l’impiego
Fisco e Previdenza - Fisco |
Con l'entrata in vigore della Riforma del Lavoro, dal nuovo anno cambiano volto i sussidi e le indennità riconosciute dall’Inps ai lavoratori delle aziende in crisi.
La novità più significativa in materia è data di certo dall’introduzione dal 2013 dell’Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), che a regime, assorbirà l’attuale indennità di mobilità, la disoccupazione non agricola normale e ridotta e quella speciale per gli edili.
Il nuovo istituto, ripercorrendo in parte la normativa preesistente, sarà garantito ai dipendenti privati (compresi apprendisti e soci lavoratori di coop) in stato di disoccupazione involontaria con almeno 24 mesi di assicurazione ed un anno di contributi nel biennio precedente il periodo indennizzabile.
L’importo corrisposto invece, cambierà in funzione della retribuzione globale lorda percepita dal richiedente nei due anni antecedenti ed in ogni caso sarà pari al 75% della paga mensile purché quest’ultima non superi il limite di € 1180.
Mentre la durata di accesso alla nuova tutela sociale, sarà agganciata all’età del beneficiario, stabilendo per gli under 55 un periodo di fruizione di 12 mesi, elevabili a 18 per i maggiori di tale età.
La riforma poi, al fine di incrementare le garanzie per i lavoratori dipendenti, prevede un ulteriore sovvenzione, detta Mini-Aspi, concedibile in presenza di almeno 13 settimane di lavoro nei 12 mesi antecedenti la domanda, che in sostanza andrà a collocarsi al posto della disoccupazione con requisiti ridotti.
Anche altre importanti tutele, finora prorogate di anno in anno, entreranno in pianta stabile dal 2013, come l’estensione dell’ambito di applicazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria a quei settori che ne erano esclusi, come le imprese commerciali e turistiche con più di 50 dipendenti, le società di vigilanza con almeno 15 addetti e le aziende aeroportuali a prescindere dalle dimensioni.
Infine, il nuovo sistema garantirà anche ai lavoratori che non rientreranno nelle regole per l’Aspi, una integrazione salariale elargita attraverso l’istituzione di appositi fondi di solidarietà bilaterali settoriali ed un nuovo contributo una tantum ai co.co.pro. in regime di mono – committenza, iscritti alla gestione separata Inps, non titolari di redditi da lavoro autonomo.
Tirando le somme quindi, sebbene la nuova struttura di indennizzi Fornero avrà bisogno di un lungo periodo di travaglio che si concluderà solo nel 2016, il confronto con l’attuale sistema, di certo più generoso a livello economico ma destinato ad una platea ristretta di lavoratori, sembra essere favorevole alla riforma, ma i gravosi costi di attuazione pendenti su imprese e dipendenti rendono difficilmente qualificabili nel breve periodo le nuove norme.
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