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IL MARE “AFFONDA” E LA POLITICA CONTINUA NEI PROCLAMI
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“Quando smetti di sperare, inizi un po’ a morire..”, recita il testo di una canzone di Ligabue.
Inizio così, con questa riflessione, perché è assurdo, come ho scritto e detto mille volte, che del mare ce ne ricordiamo solamente quando andiamo a prendere il sole, e non poniamo abbastanza attenzione ai segnali che ci manda durante tutto l’anno attraverso episodi che definendo “straordinari” , accantoniamo sistematicamente in attesa del successivo.
Muoiono i cannolicchi? Evento straordinario!
Enorme fioritura algale con sempre maggiore frequenza? Innalzamento delle temperature straordinario!!
A volte sembra, come in questi giorni, che il Mare, e in particolare l’acqua, abbia dei confini imposti dal potente di turno.
Il Mare non dovrebbe avere confini geografici e politici, e spesso, il danno provocato in un posto, si paga anche altrove.
Il Nostro è uno splendido litorale, dove la lotta impari di chi lo ama, è con la speculazione edilizia, gli scarichi abusivi, la criminalità ambientale, la burocrazia, ma prima di tutto con l’indifferenza di quanti non avendone la “proprietà”, lo vivono con indifferenza, lamentandosi per i giorni che lo “usano”, se eventualmente non lo trovano di loro gradimento.
• Il Parco della Riviera di Ulisse, con 100 ettari di mare da gestire;
• il GAC, Gruppo di Azione Costiera, per il quale ho presentato una proposta progettuale in sede di riunione, prima delle elezioni, presso la sala consiliare del Comune di Minturno;
• Il FEP, fondo europeo per la pesca, che dovrebbe coordinarsi con questi eventi e soprattutto con un fermo biologico più coerente con le esigenze delle specie ittiche, prossime alla riproduzione;
• un’area di reperimento come il Monte d’Oro, che da oltre un decennio è considerata e individuata utile alla realizzazione di un’area marina protetta, dove viene presentato la realizzazione di un porto;
• famiglie intere costrette ad affittare casa a Formia o a Gaeta per ormeggiare una barca, sia per la mancanza di un porto a Minturno, sia per la burocrazia legata al dragaggio della foce del fiume;
queste e altre le situazioni territoriali che dovrebbero essere coordinate organicamente.
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