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UN NUOVO “ARTICOLO” PER I REATI AMBIENTALI

Pesca e Acquacoltura - Novità

E’ stato approvato dal Consiglio dei Ministri in data 7 Luglio 2011 il testo del decreto legislativo che modifica il D. Lgs. 231/2001 ed estende alle imprese la responsabilità amministrativa anche per i reati ambientali.
Con tale decreto il Governo Italiano ha recepito le direttive europee in merito ai danni ambientali che impongono di sanzionare penalmente le condotte illecite individuate dalla direttiva 2008/99,  fino ad oggi non sancite come reati, e di introdurre la responsabilità delle persone giuridiche.
Nel D. Lgs. 231 sarà quindi presente il nuovo articolo “Art. 25 undecies - Reati ambientali”, con il quale si potrà, dopo aver verificato eventuali responsabilità, imputare il danno a coloro i quali non hanno avuto rispetto per la Natura e per la Collettività.

Nel Golfo di Gaeta si potrà valutare se chiamare a pagare di  “tasca propria” coloro che poco si preoccupano di arrecare danni all’ecosistema marino, alle aree parco, che  inquinano i corsi d’acqua che sfociano in mare, che scaricano di tutto nelle strade di campagna spesso sotterrando i materiali in fosse di fortuna, che danno  fuoco a materiali plastici e/o tossici, e in definitiva si potrebbe chiedere il conto a coloro i quali non hanno avuto rispetto per l’ambiente.

Chi di dovere valuterà anche le eventuali responsabilità degli Amministratori pubblici.

Un ringraziamento a tal proposito è rivolto alle Forze di Polizia tutte, che operando per mare e per terra prevengono e reprimono  reati ambientali di ogni genere.

Le macroaree delle fattispecie di reato introdotte da questo articolo, per le quali le imprese possono essere chiamate a rispondere sono:

•         distruzione di specie animali o vegetali protette; deterioramento di habitat protetti; tratta di specie in estinzione;
•         scarico acque reflue
•         rifiuti
•         inquinamento di suolo, sottosuolo, acque
•         emissioni in atmosfera
•         sostanze lesive dell’ozono
•         inquinamento doloso e colposo provocato dalle navi alla qualità delle acque (scarichi di “sostanze inquinanti”).

L’inserimento dei reati ambientali, nel corpo del decreto 231, impone all’impresa un’attenta analisi dei rischi cui è esposta e l’identificazione di misure volte a prevenire l’accadimento di episodi che possono comportare una responsabilità amministrativa, con gravi impatti sul business e sulla reputazione aziendale.

E’ da tener conto che un’organizzazione che abbia come riferimento uno schema di gestione ambientale secondo la ISO 14001 e/o Emas risulta  notevolmente avvantaggiata in quanto tiene monitorati e controllati con continuità e sistematicità i propri aspetti ambientali significativi diminuendo la possibilità di incorrere in reati collegati.


                                                                                                
                                                                                                             Erminio Di Nora

 

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Fonte: Il Sole 24 Ore

 

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