Ci sono cose che non si possono insegnare,
e altre che invece qualcuno non vuole apprendere,
e infine alcune che si preferisce buttare sul fondo del mare
attaccate al masso dell'ipocrisia.
Il Mare, una distesa d'acqua dove tutto è permesso,
un luogo dove il nostro sguardo non può arrivare.
Ma Lui, il Mare, soffre per il nostro comportamento.
Le Sue ferite sono laceranti, come le sue urla di dolore,
che si gonfiano e si rigonfiano, spinte dal Vento, inconsapevole Fratello di una Natura
troppo spesso USATA dall'uomo per i propri fini personali.
Le Sue membra grondano schiuma, acqua densa, viscida,
frutto di una unione mai consumata tra la purezza del suo elemento
e gli scarti della nostra vita.
Ed è così che gli abitanti del mare si ammalano, e non avendo voce per poter chiedere aiuto,
dignitosamente muoiono, lasciandosi trasportare sulle nostre spiagge,
cercando di toccare la nostra anima,
indurita da una società che ha dimenticato che NESSUNO ci ha lasciato in eredità il Mare,
perchè Patrimonio dell'eternità della Vita,
una eternità che non appartiene all'uomo,
e che questi dovrebbe imparare ad Amare.
Il Mare non ha padroni!!!
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