Siamo persone impegnate nell’associazionismo e nella solidarietà sociale. Dopo la lettura dell’articolo “Nel posto dei matti” in data 16 u.s., non possiamo esimerci dal fornire delle precisazioni, soprattutto in relazione ad errori ed inesattezze:
1. le strutture psichiatriche nella nostra provincia, quindi anche a Formia ed a Minturno, sono sorte ed operano nel rispetto della legge Basaglia (la famosa legge 180 del maggio 1978).
2. il reparto cui nell’articolo si fa riferimento con la sigla S.P.D.C. è il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura attivo all’interno della struttura ospedaliera di Formia. Esso non ha quindi sede a Minturno, bensì a Formia e mette in atto ricoveri volontari ed obbligatori (i cosiddetti T.S.O., Trattamenti Sanitari Obbligatori);
3. a Minturno opera dal 1995 la Comunità terapeutica Maricae che ha attuato ed attua trattamenti terapeutici e riabilitativi per pazienti nelle fasi successive a quelle acute (trattate di solito nei reparti psichiatrici e/o nelle cliniche).
4. A sua volta, il Centro di Salute Mentale è il servizio territoriale che mette in atto la presa in carico del paziente e della famiglia in tutto il suo percorso (che può includere o meno ricoveri ed inserimenti in Comunità). In esso operano equipe multiprofessionali che elaborano e cercano di realizzare con il consenso e la collaborazione del paziente e dei familiari il progetto terapeutico. Esso va personalizzato. Non vi possono essere risposte che vanno bene per tutti.
5. Poiché è prassi che si operi sulla stessa persona nell’ambito delle diverse strutture di Salute mentale, è fondamentale la condivisione dei seguenti principi, quali l’accoglienza, il rispetto del paziente, ed il non abbandonare nessuno a se stesso.
6. C’è bisogno di maggior attenzione alle opinioni espresse senza tenere in alcun conto quanto possa essere difficile e delicato un lavoro di ricostruzione della vita di una persona. Abbiamo tutti presente come si manifesta e quali sono le conseguenze negli anni del distacco dalla realtà proprio della psicosi?
7. I servizi (quali essi siano) sono espressione della società civile e della sua cultura. Dovremmo riflettere anche su questo anziché essere sempre pronti a scagliare la prima pietra. Sono stati avviati incontri per i familiari degli utenti, vi sono iniziative per i volontari, per l’autoaiuto. L’associazione Iter ha creato il Premio Psyche per la lotta allo stigma verso le malattie mentali. Crediamo sia ancora poco, evidentemente!
8. Dove si fa Salute mentale? Solo nelle istituzioni in cui “sbatti il mostro in prima pagina”? No. Pensiamo che conosciate la risposta. Bisogna partire dalle scuole e dalle famiglie per un cambiamento culturale che dia valore positivo alla diversità.
9. Tutte le Comunità terapeutiche (anche quelle della nostra provincia) perseguono obiettivi di autonomia. Nessuno parla del fatto che da anni molti giovani hanno potuto sperimentare una vita più indipendente in appartamenti autogestiti dopo la Comunità!
10. Se non c’è in-formazione adeguata, il rischio che si corre è quello di creare l’immagine del ghetto e di squalificare il lavoro degli operatori. Al contrario, un quotidiano di tale diffusione in Provincia dovrebbe compiere il massimo sforzo per fare buona informazione. La foresta che cresce si compone di tante persone che senza rumore danno ossigeno alla nostra società.
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