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Visto di conformità per l'utilizzo dei crediti superiori ad euro 15.000: Circolare Agenzia Entrate
Con Circolare 25 settembre 2014, n. 28, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito al visto di conformità per l'utilizzo dei crediti superiori ad euro 15.000 come previsto dall'art. 1, comma 574, L. 27 dicembre 2013, n. 147 (c.d. Legge di Stabilità 2014).
In particolare, l'Amministrazione Finanziaria ha fornito precisazioni in merito ai seguenti aspetti:
- soggetti legittimati al rilascio del visto di conformità;
- adempimenti preliminari a carico dei professionisti;
- abilitazione alla trasmissione telematica delle dichiarazioni;
- polizza assicurativa;
- controlli;
- modalità e ambito di applicazione dell'obbligo di apposizione del visto di conformità;
- sanzioni.
Estate 2014, possibili correttivi a studi di settore di attività turistiche e ricettive
Con Question time n. 5-03616, il sottosegretario della commissione finanze della Camera ha annunciato che sono in corso delle verifiche volte ad introdurre dei correttivi alle variabili degli studi di settore per le attività turistiche e ricettive per l'annualità 2014.
L'introduzione dei correttivi è legata alle avverse condizioni metereologiche che hanno portato a una drastica riduzione delle presenza turistiche. In particolare, al momento è in esame l'evoluzione dello studio di settore VG60U ("gestione di stabilimenti balneari: marittimi, lacuali e fluviali").
Le aziende che ricorrono ai prepensionamenti sono sospese dagli obblighi del collocamento obbligatorio
Il Ministero del Lavoro, con la Circolare n. 22 del 24 settembre 2014, precisa che:
- alle imprese che fanno ricorso alla procedura di prepensionamento introdotta dall'art. 4 della c.d. "riforma Fornero" (Legge n. 92/2012)
- è estesa la deroga all'obbligo di assunzione di disabili (quota di riserva) di cui all'art. 3, comma 5 della Legge n. 68/1999.
La sospensione degli obblighi occupazionali è limitata in proporzione al numero di lavoratori esodati, alla durata della procedura e all'ambito provinciale di attività.
Prescrizione del diritto a far annullare il licenziamento se il mobbing è lamentato solo in appello
In tema di licenziamento, la Corte di Cassazione ha statuito la prescrizione del diritto del lavoratore a far annullare il recesso del datore, qualora il ricorso introduttivo sia proposto oltre il termine di cinque anni dalla comunicazione del provvedimento espulsivo e non contiene alcun accenno a condotte vessatorie da parte dell'azienda.
Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 20230 del 25 settembre 2014, ha precisato che il lavoratore ha avanzato la questione del mobbing soltanto nel giudizio di secondo grado e, pertanto, la stessa non può essere esaminata. Del resto, risulta difficile provare la sussistenza del mobbing lavorativo, dal momento che lo stesso si configura nel caso in cui tutti gli eventi lesivi subiti dal dipendente sono frutto di un unico disegno persecutorio da parte del datore di lavoro o dei colleghi.
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