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PESCA SPORTIVA IN MARE: NUOVA TASSA?

Pesca e Acquacoltura - Novità

Novità in arrivo per i pescatori sportivi in mare, definiti anche dilettanti o ricreativi, ossia tutti coloro che praticano la pesca senza fini di lucro e con il solo fine di divertirsi in barca o da una scogliera, i quali fino ad oggi hanno potuto esercitare il loro hobby preferito senza licenza proprio perché le catture effettuate non finiscono sui banchi dei mercati ittici, bensì sulle loro tavole o, in caso di esemplari di piccola taglia, direttamente in mare.


Ebbene, su di loro grava la minaccia della proposta di legge intitolata '‘Interventi per il settore ittico'’, promossa dall’onorevole Nicodemo Nazzareno Oliverio (Pd) ed attualmente in discussione alla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati. Il testo in questione, consta di 26 articoli: 24 riguardano la pesca professionale e l’acquacoltura e appena 2 la pesca sportiva.

 

Oliverio intende sottoporre all’esame del Parlamento la sua proposta di legge per affrontare la generale recessione dell’economia mondiale e nazionale che ha accentuato e accelerato lo stato di sofferenza della filiera ittica. 
Premesso ciò, la proposta di legge intende “ridare competitività e sviluppo alle imprese ittiche nazionali, determinandone la crescita dimensionale e il rafforzamento sui mercati globali”  con alcuni finanziamenti mirati come i 10 milioni di euro per le aziende della pesca professionale (articolo 1) o gli aiuti economici agli imprenditori ittici che vogliano realizzare campagne informative per la tutela dei consumatori (articolo 2), oppure i fondi per la creazione di centri di assistenza per lo sviluppo della pesca professionale e dell’acquacoltura ed il reperimento di risorse finanziarie per la cassa integrazione del personale imbarcato (articolo 12).


Già, ma cosa c’entra tutto ciò con i pescatori sportivi? C’entra nella misura in cui i pescatori sportivi potranno contribuire, secondo la proposta di legge, alle esigenze economiche dei loro cugini professionali: l’articolo 24 prevede infatti l’istituzione di una licenza di pesca sportiva a pagamento, i cui proventi dovrebbero finire nel cosiddetto Piano Triennale, ossia il fondo del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che serve a coprire, in primis, le spese di funzionamento delle associazioni delle cooperative di pesca professionale, che rappresentano proprio i pescatori di mestiere in mare, ed i progetti delle medesime associazioni.

“Sulla destinazione dei fondi”,  ribadisce il dott. Erminio Di Nora, già Consigliere del Ministro e autore di alcune pubblicazioni in materia:   “sono personalmente contrario, e ciò in quanto il contributo versato dai pescatori sportivi e concesso alle associazioni di cui sopra,  dovrebbe essere investito per la creazione di beni e servizi destinati direttamente alla categoria”.

La tassa, qualora dovesse essere introdotta, dovrebbe essere diretta a fermare la pesca nei periodi idonei di riproduzione delle specie e a valorizzare qualità ittiche poco apprezzate sulle nostre tavole.