Notice

Pesca sportiva : tra diletto e concorrenza

Pesca e Acquacoltura - Novità

Al Ministro per le Politiche Agricole

On Maurizio Martina

e p.c. a Tutti i Sindaci per la tutela della Natura e la garanzia Occupazionale

Pesca sportiva : tra diletto e concorrenza

Il caso dei molluschi


Egregio Signor Ministro,


La prego di valutare e verificare attentamente ciò che umilmente di seguito espongo.

Il rilascio di nuove concessioni per la pesca sportiva in un contesto di crisi come quello odierno corrisponde, a mio avviso, ad alimentare una vera e propria guerra tra poveri.

 

A tal proposito la domanda sorge spontanea:

 

-          è possibile pescare le telline (ad esempio) con un attrezzo  (rastrello a mano), concedendo autorizzazioni a un numero di persone non ben precisato per praticare la pesca sportiva? Potrebbero essere 100 e pescare 500 kg di telline, o 1000 e pescarne 5000?

 

Di conseguenza in alcune aree i pescatori potrebbero ritenere conveniente chiudere le posizioni previdenziali e fiscali, non pagare contributi e tassa sulla licenza di pesca, e fare gli “sportivi”.

 

Ovviamente, questa è solo una provocazione.


Ho sempre chiesto l’istituzione di una tassa per praticare la pesca sportiva, e con ciò mi riferisco a coloro i quali, pescando 5 kg di prodotto, potrebbero rivenderlo (tra l’altro senza alcun controllo sanitario), depauperando comunque le risorse ittiche senza contribuire in alcun modo al loro ripopolamento.

 

Non so quali richieste e quali suggerimenti arrivino alle Amministrazioni, ma bisogna far capire che non è liberalizzando tutto, senza regole certe, che ognuno potrà portare un piatto in tavola.

Il decreto Mipaaf del 6 dicembre 2010 è finalizzato a promuovere la rilevazione della consistenza della pesca sportiva e ricreativa in mare, e forse poi chiedere la “loro parte” al tavolo delle trattative.

 



Obiettivo delle recenti norme è individuare un sistema di regole coerenti con le necessità di tutela degli ecosistemi marini, così come si fa con la pesca professionale.


Regolare la pesca sportiva/ricreativa significa generare grandi opportunità di integrazione con il turismo, con l'uso ricreativo del mare.

Concludo affermando che probabilmente c’è una parte delle regole da riscrivere e adattare alla reale consistenza delle risorse, alla peculiarità della specie, al numero di aut.per la pesca sportiva rilasciate, e non ultimo ricordare che c’è chi ha aspettato anni per poter pescare telline e vongole, anche dopo innumerevoli fermi biologici, per poter “lavorare”.

Sicuro della Sua sensibilità e del senso di responsabilità, porgo distinti saluti.

 

 

dott. Erminio Di Nora

già Consigliere del Ministro per le Politiche Agricole

www.erminiodinora.com