DELEGATI A LASCIARCI ALLA DERIVA
Pesca e Acquacoltura - Novità |
Le pressioni di Stati membri e non, hanno compresso lentamente la libertà dei pescatori.
Libertà intesa come possibilità di avere regole certe e la possibilità di scegliere se continuare a lavorare o meno.
Come ho già evidenziato nel lontano 2007, chiedo:
chi ha rilasciato ai pescatori le autorizzazioni alla pesca con potenza e strumenti inadeguati?
Sarebbe come lasciare la possibilità a un neopatentato di scegliere tra una Ferrari e una piccola utilitaria.
L’UE bacchetta l’Italia, e questa, a sua volta, attraverso decreti e norme restrittive, ordina controlli e beffa quei pescatori che avevano investito migliaia di euro nella speranza di cambiare la qualità della propria vita.
E via con il piano spadare, che sotto le pressioni degli USA, è pienamente riuscito, passando attraverso l’indennizzo e il ritiro della licenza con la possibilità di demolire il peschereccio.
Qual è stato il prezzo socio-economico di questa scelta che non aveva in sè una reale previsione di riconversione verso altra attività?
Le isole minori, vedi Ponza e le Eolie, hanno pagato un caro prezzo, ma anche comunità come quelle della Calabria, della Toscana e della Liguria si sono ritrovate impantanate nelle secche di scelte sconsiderate e senza alternative valide.
Il passo successivo è stato il piano vongole, con il ritiro, dietro indennizzo, di decine e decine di turbo soffianti.
Circolano voci circa i rilasci di nuove licenze in Compartimenti dove il prodotto sembrava essersi notevolmente moltiplicato. Qualcuno infatti pare aver demolito più di una volta.
Furbata o speculazione sulla pelle del vero pescatore?
Infine il colpo di grazia dato dal Regolamento Pesca della Commissione Europea.
Dove erano i nostri rappresentanti in quella sede?
Cosa è stato fatto per cambiarlo?
Dal momento che il Reg. Com. è datato 2006/2007, entrato poi in vigore a giugno 2010, non era forse opportuno modificarlo in base alle nuove esigenze???
Quanti hanno presentato i piani di gestione, così come richiesto dalla UE?
Perché quasi tutti sono stati consegnati dopo la scadenza imposta da Bruxelles?
Le imprese stanno morendo ovunque in Italia, e con esse intere generazioni di pescatori.
Oggi vogliamo caricare i pescatori di responsabilità che non gli appartengono, scaricando le nostre coscienze, burocratizzandoli, mettendoli in condizione di lasciare il peschereccio ormeggiato in banchina per sempre, di cessare un mestiere, un’arte.
Mentre le norme UE reprimono l’Italia, altri Paesi acquisiscono i nostri spazi di mercato, e quello che noi non possiamo pescare arriva comunque sulle nostre tavole.
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