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8 GIUGNO : GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI

Pesca e Acquacoltura - Novità

I NOSTRI OCEANI, IL NOSTRO FUTURO VERDE

L’8 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani.
Istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu per sensibilizzare governi e opinione pubblica del globo sulle principali tematiche ambientali legate alla tutela delle grandi masse d’acqua del pianeta, la cui salute è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema e del  clima ed è garanzia di sicurezza alimentare, è dedicata quest’anno al tema: “I nostri oceani, il nostro futuro verde”.

Un futuro messo decisamente a rischio, dal momento che il 2011 si è aperto all’insegna di una catastrofe, l’incidente nucleare di Fukushima, che ha messo in grave pericolo la vita nel Pacifico e nell’Atlantico, e sono ancora ben lontani dall’essere risolti e superati i gravissimi danni causati dall’esplosione dell’impianto petrolifero della BP, che nell’aprile del 2010 ha causato la dispersione di milioni di litri di greggio nel Golfo del Messico.

Secondo le agenzie di stampa giapponesi la radiazione del fondale marino registrata, tra i 20 e i 30 metri, nell’Oceano Pacifico è da 100 a 1000 volte maggiore rispetto alla norma e i valori sono destinati ad aumentare nei prossimi mesi, se non verrà arginata la perdita di acqua radioattiva nel mar del Giappone dagli impianti di Fukushima Daiichi.

I disastri del Giappone e del Messico, come ha spiegato Julia Marton-Lefevre, direttrice generale dell'Unione mondiale per la conservazione della natura, “ci ricordano quali siano le minacce di grande scala per gli oceani, ma anche tragicamente, per le comunità che abitano nelle vicinanze”, tra le quali non è da sottovalutare l’acidificazione delle acque, in aumento 100 volte più in fretta del normale, ma anche la pesca eccessiva.

In base a una indagine del WWF internazionale il 76% degli stock ittici in tutto il pianeta sono già sfruttati al massimo della capacità o sovrasfruttati. Miliardi di esemplari di fauna marina ogni anno vengono catturati accidentalmente, come effetto di pratiche di pescaggio inefficienti quando non addirittura illegali, e tra di essi si contano anche altri animali come delfini, tartarughe marine, squali e coralli.

Secondo il dossier Fish Dependence Day, presentato dalla New Economics Foundation e dall'organizzazione Ocean 2012, il 30 aprile è stato venduto l'ultimo pesce italiano e fino alla fine anno il nostro paese, esaurita la sua quota ittica per il 2011, dipenderà dalla pesca oltreconfine.

Ma gravissime sono anche le conseguenze di sovrappopolamento e turismo di massa (il 60% della popolazione mondiale abita nel raggio di 60 km dal mare e l'80% del turismo interessa aree costiere), dei trasporti commerciali, che avvengono al 90% via mare, con 50 milioni di mercantili che solcano gli oceani disperdendo carburante, acque di zavorra e sostanze chimiche, l’inquinamento - che prodotto all’80% sulla terraferma si fa sentire soprattutto nel mare - l’aumento della temperatura terrestre e i conseguenti cambiamenti climatici e infine la diffusione degli impianti offshore, come le piattaforme petrolifere e per la ricerca di gas, ma anche le turbine eoliche, che stravolgono l’ecosistema delle acque profonde.


                                                                                                            Erminio Di Nora

http://www.youtube.com/watch?v=uXLbQrK6cXw