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PESCA PROFESSIONALE

Pesca e Acquacoltura - Novità

A rischio centinaia di posti di lavoro

La flotta del Lazio potrebbe dimezzarsi entro i prossimi tre anni

Entro il 2013 dovrebbero essere circa un centinaio nel Lazio le dismissioni ( ritiro navi da pesca ) con relativa perdita di posti di lavoro.
E’ già accaduto per il settore agricolo che Bruxelles premi chi “demolisce” la propria azienda.
Per la demolizione del peschereccio il calcolo avviene sulla base della stazza e dell'anzianità della barca. Tanti i proprietari dei pescherecci nel Compartimento Marittimo di Gaeta che hanno fatto domanda per la demolizione, soprattutto a causa dell’entrata in vigore del Regolamento per il Mediterraneo.

E così, tra i premi per la demolizione e la prospettiva di puntare su pescaturismo, acquacultura e ittiturismo, il settore potrebbe cambiare, anche se probabilmente influenzato da imprenditori potenziali speculatori e con pescatori obbligati ad accettarne le condizioni pur di andare avanti.

La quantità di pescato attuale non è sufficiente al consumo interno: Cina, Vietnam, Indonesia, Africa, Oman, solo per citare alcuni dei Paesi esportatori, ragion per cui spesso in tavola vengono serviti prodotti che hanno fatto migliaia di miglia...ma non a nuoto..

La politica comunitaria per la pesca  sembra però lasciare spazio ad una industria più moderna e distruttiva. A questo proposito è intervenuta Greenpeace :
«Ci sono pescherecci di cento metri in grado di distruggere interi ecosistemi”, così precisa l’associazione ambientalista nella sua ultima campagna promozionale di sensibilizzazione.

Chi accompagnerà i pescatori attraverso questo passaggio tanto innovativo quanto complesso e delicato?
Quali saranno le norme regionali e nazionali a sostegno di questo traghettamento?
Esisterà sempre una disparità di trattamento?

Domande che dovranno trovare risposte nel prossimo futuro.

Il Golfo di Gaeta, come tutta la Provincia, le isole di Ponza e Ventotene, e  finanche la Regione Lazio, dovrebbero condividere un percorso comune al fine di salvaguardare il mare, le risorse, ma anche e soprattutto la pesca e i pescatori, sia che propendano verso una riconversione, restando legati al mare, sia verso altre attività perché prossimi alla pensione.

Intanto da oltre un decennio si attende il riconoscimento della pesca professionale quale lavoro usurante, ma anche qui la “politica” forse a volte dimentica i “piccoli”.
..E mentre ci sono navi da pesca di cento metri che lavorano, e importazioni di tante specie da altri Paesi, il nostro vicino di casa è “costretto” a demolire il peschereccio pur di sopravvivere.

Globalizzazione o indifferenza e superficialità?
Forse entrambi!!!


                                                                                                                           Erminio Di Nora