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I dubbi dei pescatori sul regolamento del Mediterraneo

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Regolamento Pesca del Mediterraneo

Il Regolamento del Mediterraneo desta serie preoccupazioni tra gli operatori della pesca professionale perchè la realtà in cui si opera è molto differente da una Nazione all'altra.
Le taglie, e quindi le misure, e le reti, con relative maglie e quanto altro richiesto, non sono proprie di queste nostre località, affermano molti addetti.
 
Alcuni pescatori sostengono che sarà inevitabile un ricorso alle demolizioni dei pescherecci dopo un primo periodo di "prova" con questi nuovi limiti.
 
Il problema, oltre che occupazionale, sarà anche di liquidazione del premio per la demolizione.
In molti attendono già da qualche anno la liquidazione del premio, e le domande sono sempre in aumento.
 
Quindi, o lo sforzo di pesca è eccessivo rispetto alle catture, o evidentemente il piano non ha tenuto nelle dovute considerazioni elementi peculiari di alcune Paesi della UE.
Nel primo caso, se sono state rilasciate autorizzazioni in eccesso rispetto alle risorse, pagano i pescatori; nel secondo caso idem.
 
Mi auguro quindi che si attuino alcune deroghe in situazioni di particolare disagio socio-economico.
 
Lo stesso Direttore Generale della Direzione Generale della Pesca e dell'Acquacoltura, Francesco Saverio Abate, in una sua intervista alla rivista SFOP Informa, dichiara la maggiore vulnerabilità del settore della pesca rispetto a quello agricolo, dovuta alla consistenza delle risorse, fenomeni ambientali, aumenti dei costi come il carburante, regolamentazioni restrittive.
 
E mentre in Regione Lazio si discute la nuova legge sul mare e la pesca,  la categoria dovrà presto fare i conti con ben altri fantasmi, e probabilmente i contributi che un giorno arriveranno per ammodernare potrebbero servire a ben poco.
Da Minturno a Formia, da Gaeta a Civitavecchia, passando per le isole, i dubbi su questo regolamento si rincorrono.

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