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LA TELLINA E LA STORIA DEI "MINTURNESI"

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Anche Slow Food si occupa di Minturno

La storia recente racconta che da Minturno, nei pressi di Latina, le comunità di pescatori si spostavano stagionalmente per pescare lungo questo tratto di costa, dove sfociano il Tevere e l'Arrone, fermandosi dove la pesca era più propizia e costruendo delle capanne sulla spiaggia per ripararsi. Erano nomadi del mare, si fermavano ogni stagione in un punto della costa e, dove si fermavano, costruivano capanne che riutilizzavano anche negli anni successivi. Non pescavano solo telline ma anche altre specie che trovavano sotto costa. Quando questi gruppi di pescatori decisero, alla fine degli anni '50, di fermarsi stanzialmente nei luoghi di pesca, comparvero i primi villaggi dei pescatori fatti in muratura, costruiti dove un tempo sorgevano le capanne di legno. E' possibile ancora oggi osservare questi primi nuclei di insediamento a Fregene, a Ostia e in altre località lungo le poche decine di chilometri di questo litorale.

Rara ormai e ricercata, la tellina è un bivalve più dolce e delicato di altri molluschi, si presenta più piccola e dal gusto inconfondibile, tanto che va condita poco per rispettarne le delicate qualità organolettiche.

La ristorazione locale ne ha fatto un simbolo dedicandole il piatto più famoso in zona: la bruschetta con la tellina, una specialità che ha trovato il suo momento di massimo splendore negli anni '50 appunto, nel periodo della Dolce Vita, quando sulle spiagge del litorale arrivavano dalla vicina Cinecittà attori e registi, tra i quali Federico Fellini, a degustare le pregiate telline.


Il Presidio

La pesca della tellina viene ancora oggi praticata unicamente con rastrelli da natante e rastrelli a mano. I pescatori escono all'alba e rientrano a mezzogiorno, risalendo la costa lungo la riva solo nelle giornate in cui il mare è calmo.

La pesca della tellina con la draga idraulica è vietata in questa zona, e la pesca con i rastrelli viene effettuata da pescatori in possesso di piccole imbarcazioni da pesca costiera. I pescatori locali sono riuniti nelle cooperative di piccola pesca della zona.

É una pesca artigianale e spesso solitaria: le licenze professionali di pesca per questo tipo di attività sono circa una sessantina lungo il litorale romano, tutto il resto è pescato da hobbisti.

I rastrelli da usare a piedi camminando sulla spiaggia sono larghi circa 60 centimetri, quelli da natante invece sono più grandi, circa un metro e mezzo. I rastrelli utilizzati sono costruiti personalmente dai pescatori: un tempo erano di legno, oggi sono di acciaio.

Il Presidio riunisce i "tuninolari" (da "tuniola", nome dialettale della tellina) detti anche "tellinari" i quali stanno predisponendo un disciplinare che mira a tutelare questo tratto di costa, caratterizzato ancora da un'alta qualità delle acque, e che preserva una metodologia di pesca antica e sostenibile.

Il progetto vuole riuscire a salvaguardare questo territorio contro l'inquinamento dei corsi d'acqua dovuto all'attività agricola, vuole proteggerlo da una urbanizzazione eccessiva e dallo sfruttamento delle coste, prevenendo la costruzione di barriere artificiali anti-erosione e l'utilizzo indiscriminato della tecnica del ripascimento delle spiagge, che aggiunge sabbia proveniente da altre zone per sostituire quella persa con l'erosione, tutte attività che metterebbero in crisi l'habitat naturale della tellina.


                                                           dott. Erminio Di Nora