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Il castello

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Un feudo, o forse semplicemente la terra dei sogni?

Proprio dentro quelle mura, al calare del sole,  ritornavano in vita tutti i personaggi che un tempo avevano attraversato il portone del castello.

Mercanti, castellane, giullari, tutti insieme, pronti ad accogliere il passato con uno squillo di trombe.

Il Duca, dall’alto della sua grande veranda, realizzata  in pietra e legno di castagno da mastro Bacchettone, sceglieva le stoffe più belle per farsi cucire su misura, abiti eleganti e colorati.

Il cantore allietava la fatica dei mercanti, mentre i bambini si nascondevano dietro le lunghe stole degli avventori.

Il sogno, divenuto realtà, era stato rubato dai Politicanti, svenduto e fatto a pezzi in nome della salvezza del feudo.

Quello stesso castello sarebbe potuto tornare a rivivere, anche di giorno, se solo questo sparuto gruppo di nobili signori, avesse lasciato le chiavi  del portone nelle mani di coloro i quali avevano ridato la vita alla nobile arte della condivisione e del baratto, proprio come accadde durante l’ascesa del ducato di Traetto.

Credere nel Popolo, proprio come il Popolo aveva creduto nelle loro promesse.

                                                                                                                             Italo