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Ho abitato il "centro storico" : la Dignità vive "anche" in quei vicoli

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Ho abitato il centro storico di un piccolo Comune, accarezzato dal verde delle colline e illuminato dai riflessi del sole nel mare.
In mezzo a tanta bellezza, le mura dei miei vicini avevano occhi, orecchie e bocca per raccontarmi le storie delle persone che erano vissute lì.  

Mura impregnate di sorrisi, gioie e dolori, preghiere e canti, pianti di bambini e aromi di ogni genere.

In una piccola casetta, un monolocale, abitava un uomo con suo figlio.
L'umidità aveva consumato l'ultimo strato di vernice, e dalla finestra che dava sul vicolo, spesso entravano i gatti che si aggiravano nei dintorni.
L'incuria in cui venivano lasciati alcuni vicoli, aveva concesso spazio a tanti, troppi nuovi inquilini.
I ratti avevano presidiato ogni angolo di quel centro.

L'uomo, anziano, con una piccola pensione sociale, cercava di non perdere la propria dignità, cercava di sopravvivere all'indifferenza.

Non chiedeva, non pretendeva nulla, era stato lasciato solo con il suo orgoglio e la sua dignità di Uomo.
Lunghe file per i pacchi alimentari, ma lui no, lui era un uomo di altri tempi.

Il figlio, proprio come il padre, aveva dentro di se, la forza della Verità, della Dignità.

Piccoli lavori, piccole cose per tirare a campare.

Vorrei poter condividere la loro storia, alleggerendo il peso della solitudine e dell'abbandono.
Vorrei poter vedere quel ragazzo lavorare in quel Comune, anche solo per qualche mese l'anno.

Purtroppo però, in quel Comune, se non piangi, se non chiedi, se non batti i piedi a terra, se non hai un "santo" che ti protegge, ...non lavori.  

La Dignità non ha prezzo, mi ha detto, e io concordo.

Tutti sanno, anche gli amministratori, ma nessuno interviene : perchè ???