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L'oro Blu

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Acqua : stop a reti colabrodo e uso piu' efficiente dell'oro blu

E "noi" che facciamo?

Sono questi due punti chiave del piano salva-acqua proposto oggi dall'Europarlamento.
La risoluzione, approvata dall'Assemblea di Strasburgo, afferma il principio che l'accesso all'acqua dovrebbe essere ''un diritto universale e fondamentale''.
Ridurre i consumi e' una priorita' per gli eurodeputati: chiedono di valutare le condizioni della rete idrica Ue, che per inefficienze perde almeno il 20% della risorsa, fino al 70% nelle citta' europee.

Le tariffe dei servizi idrici negli stati membri dovrebbero poi introdurre i principi ''chi inquina paga'' e anche ''chi usa paga'', rivedendo i sussidi o i fondi comunitari per le attivita' a elevato consumo di acqua.
Secondo gli eurodeputati la gestione delle acque reflue ''deve affrontare la questione dell'inquinamento alla fonte'', incoraggiando ad usare anche questa risorsa. 

Un punto debole per l'Italia, appena deferita alla Corte di giustizia Ue per il mancato rispetto delle norme Ue sui reflui in almeno 50 centri sopra i diecimila abitanti.

L'Europarlamento propone anche che le 'bandiere blu' assegnate alle spiagge per segnalare la qualita' dell'acqua siano estese a tutte le aree di balneazione, inclusi fiumi e laghi.
La risoluzione e' il contributo del Parlamento europeo alla comunicazione sulla tutela delle risorse idriche europee che la Commissione Ue dovrebbe pubblicare il prossimo novembre.  

Le Guerre dell'Acqua

L’acqua è destinata a rivestire un’importanza sempre più rilevante nei rapporti tra gli Stati, con il rischio di dare origine a violenti conflitti.

In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata, negli anni settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica.
Quasi il 40% della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi.
L'India e il Bangladesh disputano sul Gange, il Messico e gli Stati Uniti sul Colorado, la Cecoslovacchia e l'Ungheria sul Danubio.
Una zona calda emergente è l'Asia centrale, dove 5 ex repubbliche sovietiche, da poco indipendenti, si dividono due fiumi già troppo sfruttati, l'Amu Darja e il Sjr Darja.
E' soprattutto nel Medio Oriente tuttavia che le dispute sull'acqua stanno modellando gli scenari politici e i futuri economici. 

L'Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale.
56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all'interno dei confini del paese.
l'85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto.
La parte restante dipende dal sistema del Nilo bianco, che ha le sue sorgenti in Tanzania, al lago Vittoria, e si congiunge al Nilo azzurro nei pressi di Khartoun.
Il fiume più lungo del mondo rifornisce in tutto nove nazioni, e in Egitto arriva per ultimo.
Sulla base di un accordo sottoscritto nel 1959 con il Sudan, l'Egitto ha diritto ogni anno a 55,5 miliardi di metri cubi d'acqua del Nilo, mentre al Sudan ne sono stati assegnati 18,5.
Per soddisfare il suo fabbisogno l'Egitto integra l'acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l'acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate.
Nel 1990, ha avuto una disponibilità di 63,5 miliardi di metri cubi di acqua. sfortunatamente, anche secondo le proiezioni più modeste la domanda idrica egiziana salirà a 69,4 miliardi di metri cubi per la fine del decennio.