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L’UOMO DI CRISTALLO

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Preziosi, gli uomini di cristallo sono fragili e sensibili, trasparenti e veri, e nulla possono nascondere ai propri simili.

Che si chiami ansia  o depressione, questi sintomi basano la loro nascita sulla paura.
Ed è in questo contesto che la fragilità comprende al proprio interno il legame esistente tra l’uno e l’altro, tra padre e figlio, tra presente e futuro, tra il territorio e la sua gente, tra la dignità per se stessi e il rispetto per quello che ci circonda.

La fragilità diventa quindi esperienza e saggezza, un motivo per donarsi al prossimo al fine di partecipare la propria esperienza per non rompere la fragile custodia di cristallo che ci circonda.
Un punto di forza dal quale ripartire per riscoprire i valori dell’uomo.

 

A volte sento forte il desiderio di svelare la mia fragilità, di mostrarla a tutti coloro che mi incontrano, che mi vedono, come fosse la mia principale identificazione di uomo, di uomo in questo mondo che sembra volersene allontanare, fuggendo via. Ma via da cosa? Via da dove?

Un tempo mi insegnavano a nascondere le debolezze, le lacrime, a non far emergere i difetti, che avrebbero impedito di far risaltare i miei pregi e di farmi stimare. Adesso voglio parlare della mia fragilità, non mascherarla, convinto che sia una forza che aiuta a vivere, a superare gli ostacoli di ciascuno e di tutti, come anche don Luigi ci ha insegnato.

Io sono fragile e, paradossalmente, sono portato a parlare di forza della fragilità: di forza, anche se lontano dalla stabilità, dall'infrangibilità.
Ho dedicato e dedico tanto del mio tempo al dolore mascherato da insensatezza, dalla depressione; dalla sofferenza che si fa silenzio, che sdoppia le identità e fa di un uomo un “diverso”, un diversamente vivo, come canta il nostro Giovanni Lepone.

Un lavoro che molti ritengono esclusivo dei forti, degli uomini di ferro che magari si piegano ma non si rompono, degli uomini di pietra cui il vento rende liscia la pelle, che cambiano forma, ma non perdono mai la durezza che li deve contraddistinguere per non sembrare dei deboli agli occhi della gente.

La fragilità richiama lo spazio e la caducità del tempo, del tempo che passa, del tempo che vive, del tempo che muore……….


Ebbene, se ho aiutato, ciò è avvenuto per la mia fragilità, per la paura di una follia che si annida dentro di me, per la fragilità che avverto capace di sdoppiarmi, di togliermi la voglia di vivere e di rendermi simile a un depresso che chiede soltanto di scomparire per cancellare il dolore di cui si sente plasmato.

E il dolore è una qualità dell'essere fragile.
Una gracilità che però aiuta l'altro a vivere, che mi ha permesso di capire la fragilità e di rispettarla, di stare attento a non essere diverso da ciò che sono, ma soprattutto a non avere paura d’AMARE, a qualsiasi costo.

Ho amato i frammenti di un uomo, e mi sono dedicato con pazienza a metterne insieme i suoi pezzi, con amore e il desiderio di rivederlo “vivere e sorridere”.

Il Cantico dei Cantici parla dell'amore necessario: essere in due rende possibile esistere a chi separatamente non ce l'avrebbe fatta, si sarebbe rotto.

Siamo tutti uomini di cristallo, ma troppo spesso non siamo disposti ad ammetterlo, ed è per questo che a volte una canzone, il sacrificio di un uomo, che si chiami Filippo, Antonio, Sergio, ci ricorda, almeno per qualche giorno, che nessuno è immune al "giorno di dolore che uno ha", per dirla alla Ligabue.

In quel momento gli anelli della catena che ci tengono insieme aumentano, rendendo più forte il nostro amore, facendo in modo che l'unione resti per sempre e che si faccia messaggera di Luce.

Grazie a tutti!

Ciao a tutti i Filippo che non sanno vivere diversamente, se non con AMORE.

                                                                                                       Erminio Di Nora

                                                                                                              Italo per tutti