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“DISAGIO SOCIALE”

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UNA PAROLA SULLA BOCCA DI TUTTI

Mi chiamo Erminio Di Nora, ma tanti mi conoscono con il nome di Italo, come mio nonno paterno. 
A volte basta una virgola per cambiare un codice fiscale o una firma, ma certo non è il nome che cambia l’anima e lo spirito di una persona.

Il disagio sociale rappresenta parte della mia vita da circa venti anni, da quando cioè ho avuto la fortuna di entrare nella casa di Mamma Emilia.
Da allora è stato tutto un rincorrersi di incontri e di storie condivise. La mia stessa esperienza di disagio interiore, il “mostro” che vive nascosto dentro ciascuno di noi e che Ligabue saluta con un Arrivederci, non ha rappresentato mai una vergogna o uno stigma per me, e solo chi non conosce il dolore dell’anima giudica e sentenzia.

Trovo quindi una cosa deplorevole la strumentalizzazione di un “disagio” per scopi utilitaristici di natura commerciale e personale.

Si può cominciare a parlare di partecipazione e di condivisione quando si investe con il cuore e con la tasca senza avere attese di alcun genere, semplicemente e naturalmente per il piacere di farsi prendere per mano per visitare e conoscere un mondo diverso, troppo spesso invisibile agli occhi.
Portare il proprio pezzo di vita è importante al fine di lasciare che altri possano specchiarsi in quella storia per avere un riferimento, un faro da seguire per chiedere aiuto ogni qualvolta si renda necessario.

Coloro che  “giocano”  senza regole non hanno alcun diritto di strumentalizzare il “disagio” che vive dentro ciascuno di noi, grande o piccolo che sia considerato dall’esterno.

Grazie a tutti per l'attenzione!!!
                                                             
                                                                           Erminio Di Nora ( Italo )