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Pesca sportiva : la "tassa sulle risorse"

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La pesca professionale "paga" ciò che deve perchè esercita un lavoro,
un mestiere, una professione che spesso si tramanda da generazioni.

A questa si aggiunge la pesca dilettantistica.
Una flotta di migliaia di imbarcazioni che ogni giorno si muovono prendendo il largo
per passare il tempo, per sport o passione per il mare e la pesca.

Un prelievo che aumenta con gli anni, un prelievo che ha un suo "peso"
all'interno dell'ecosistema marino.

La "barchetta" per la pesca è un fenomeno in crescita, nonostante la crisi economica,
e questo perchè portare a casa qualche chilo di pesce fresco rappresenta un piacere
per tutti coloro che riescono nell'intento.

Attrezzature costose e non , lenze e ami, esche giapponesi e indiane, americane e australiane,
tutto è utile per vincere le sfide tra amici e compagni di merende.

Il costo però di questo prelievo è divenuto una realtà importante nel panorama nazionale, e non solo.

La proposta? 

Una tassa per tutti i pescatori dilettanti, cosiddetti sportivi, da utilizzare unicamente
per azioni volte al ripopolamento ittico in aree ritenute utili ad essere utilizzate quali riserve,
già costituite o in via di costituzione, dove queste specie possono riprodursi e crescere
senza temere predazioni di sorta.

Un esempio? Una tassa di 20,oo euro porterebbe nelle casse regionali circa ventimilioni di euro,
ma se anche fossero "solamente" diecimilioni, sappiamo bene che reinvestiti in mare
si moltiplicherebbero, dando vita a una nuova vita.

Grazie!

                                                                                                                                              Erminio Di Nora