Notice

NOTIZIARIO FISCALE

Fisco e Previdenza - Fisco

 

Accettazione dell'eredità con beneficio di inventario e imposta di successione: Cassazione

Con Sentenza 15 luglio 2015, n. 14847, la Corte di Cassazione ha chiarito che l'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario è opponibile a qualsiasi creditore, erario compreso; quest'ultimo, di conseguenza, pur potendo procedere alla notifica dell'avviso di liquidazione nei confronti dell'erede, non può liquidare od esigere l'imposta ipotecaria, catastale o di successione sino a quando non si sia chiusa la procedura di liquidazione dei debiti ereditari, e sempre che sussista un residuo attivo in favore dell'erede.

Al fine di quantificare il debito tributario incombente sul singolo erede è infatti imprescindibile la previa definizione dell'inventario.

 

 

La mancata notifica di invito al pagamento non preclude l'iscrizione a ruolo del tributo non versato: Cassazione

Con Ordinanza 13 luglio 2015, n. 14535, la Corte di Cassazione ha precisato che le imposte non versate possono essere iscritte a ruolo anche qualora non sia stata inviata la notifica di invito al pagamento delle sanzioni fiscali.

In particolare, la Corte di Cassazione ha chiarito che la notifica dell'invito al pagamento è una procedura che consiste nel dare al contribuente la possibilità di alleggerire le sanzioni derivanti dall'omesso pagamento del tributo, fermo restando l'obbligo di versamento integrale di tale tributo e dei relativi interessi maturati. Pertanto, il mancato invio della notifica dell'invito non preclude l'iscrizione a ruolo del tributo e degli interessi.

 

Dipendente licenziato per esternalizzazione del servizio mensa

In tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la Corte di Cassazione ha statuito la piena legittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del dipendente in caso di esternalizzazione del servizio mensa cui era adibito.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 14807 del 15 luglio 2015, nel sottolineare che il licenziamento è giustificato dalla soppressione di tale servizio, ha chiarito che, ai fini del repechage, spetta al lavoratore provare la possibilità di essere adibito ad altre mansioni.

 

Cassazione: licenziamento illegittimo se rifiutando il trasferimento si rinuncia a mansioni superiori

Con Sentenza n. 14829 del 15 luglio 2015, la Corte di Cassazione è intervenuta in merito all'illegittimità del licenziamento in caso di trasferimento della sede abituale della prestazione lavorativa.

In particolare, la Suprema Corte ha sentenziato come illegittimo il licenziamento di una dipendente che, aveva sì rifiutato il trasferimento, ma si era resa disponibile a svolgere mansioni inferiori rispetto a quelle previste per il suo inquadramento, pur di mantenere la sede abituale di lavoro.


Articoli più recenti:
Articoli meno recenti: