Notice

INFORMATIVA FISCALE E PREVIDENZIALE

Fisco e Previdenza - Fisco

Rimborsi prioritari IVA: gestori cinematografici

Con Risoluzione 24 giugno 2015, l'Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiarimenti in merito alle modalità di compilazione del modello IVA TR (per la richiesta di rimborso o utilizzo in compensazione del credito IVA trimestrale) per i nuovi contribuenti ammessi al rimborso in via prioritaria ai sensi dell'art. 38-bis, comma 10, D.P.R. n. 633/1972.

In particolare, il documento di prassi, precisa che:

  • i contribuenti interessati sono i titolari del codice Ateco 2007 "59.14.00" (attività di proiezione cinematografica);
  • la nuova disposizione si applica a partire dalle richieste di rimborso relative al secondo trimestre 2015;
  • i contribuenti in possesso dei requisiti dovranno segnalare la loro nuova situazione indicando nel modulo IVA TR il codice 7 nella casella 1"Contribuenti ammessi all'erogazione prioritaria del rimborso"rigo TD8.

 

Società immobiliare senza detrazione 36-50%

Con Ordinanza n. 12446 depositata il 17 giugno 2015, la Corte di Cassazione ha confermato che la detrazione per interventi di recupero edilizio non spetta alla società immobiliare relativamente a lavori eseguiti su fabbricati ad uso abitativo poi concessi in locazione a privati.

Nel caso di specie i giudici, considerato che detti immobili sono produttivi di redditi di impresa in capo alla società, hanno negato la detrazione in quanto la stessa spetta solo in relazione ai immobili produttivi di redditi fondiari.

 

Concorrenza sleale: condannato il lavoratore che usa file riservati dell'ex datore di lavoro

In materia di concorrenza sleale, la Corte di Cassazione ha chiarito che deve considerarsi illegittimo il comportamento dell'ex dipendente che, successivamente alla cessazione del rapporto di lavoro, utilizza file riservati a contenuto commerciale per favorire l'attività del nuovo datore che opera nello stesso ambito.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 13085 del 24 giugno 2015, ha precisato che deve considerarsi ammissibile il ricorso dell'azienda che ha chiesto la condanna dell'ex lavoratore che ha trafugato ed utilizzato informazioni commerciali riservate a favore del nuovo datore di lavoro. Ciò in ragione della violazione dell'obbligo di riservatezza nei confronti del datore precedente.

 

Jobs Act: pubblicati i decreti attuativi su tipologie contrattuali e maternità

Sono stati pubblicati sul S.O. n. 34 alla Gazzetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2015 due decreti legislativi attuativi della Legge n. 183/2010 (c.d. Jobs Act) che, rispettivamente, riordinano le tipologie contrattuali ed introducono nuove tutele in caso di maternità.

Si tratta, più precisamente, del

  • Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 80 recante "Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell'articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183";
  • Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81 contenente la "Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183".

Entrambi i suddetti decreti entrano in vigore oggi, 25 giugno 2015.

 

Responsabilità penale se il mancato versamento dei contributi avviene oltre i tre mesi dalla comunicazione dell'accertamento

La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 26513 del 24 giugno 2015, ha affermato la responsabilità penale del datore di lavoro che non provvede a versare i contributi richiesti dall'INPS entro tre mesi dalla comunicazione dell'accertamento, e a nulla vale l'opposizione dell'imprenditore che sosteneva di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte dell'Istituto previdenziale.

I giudici della corte suprema, seguendo un principio di giurisprudenza ormai consolidato, hanno ribadito che la comunicazione può avvenire anche tramite raccomandata al domicilio dell'interessato, che si ritiene valida anche se ritirata da soggetti terzi per conto dell'interessato, cosa che è avvenuta nel caso in specie e che quindi ha portato l'imprenditore ad essere condannato.

 

Intervento del Fondo di garanzia del TFR in caso di impossibilità a procedere all'accertamento del passivo fallimentare

L'INPS, nel Messaggio n. 4302 del 24 giugno 2015, fornisce chiarimenti in merito alle modalità di intervento del Fondo di garanzia del TFR, nei casi in cui il Tribunale competente decreti di non procedere all'accertamento del passivo fallimentare in quanto risulta che non può essere acquisito attivo da distribuire ai creditori. In questi casi il lavoratore può chiedere l'intervento del Fondo di garanzia purché il credito risulti accertato ai sensi dell'art. 2, comma 5, Legge n. 297/1982.

Al riguardo l'Istituto chiarisce che, in caso di chiusura della procedura per insufficienza di attivo, quando il datore di lavoro sia una società a responsabilità limitata o per azioni la legge fallimentare prevede la cancellazione dal Registro delle Imprese: in tal caso il requisito dell'insufficienza delle garanzie patrimoniali si intende dimostrato dal decreto di chiusura della procedura concorsuale.

 

Licenziamento per giustificato motivo in base agli elementi esistenti al momento del recesso

In tema di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la Corte di Cassazione ha statuito l'illegittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del lavoratore, per riassetto organizzativo della società, in quanto avvenuto sulla base di circostanze già trascorse.

Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 13116 del 24 giugno 2015, ha chiarito che la valutazione circa la genuina sussistenza del giustificato motivo di licenziamento, per ragioni concernenti l'attività produttiva (ex art. 3 della Legge n. 604/1966), va effettuata considerando gli elementi di fatto esistenti al momento della comunicazione del recesso, la cui motivazione deve fondarsi su circostanze realmente esistenti in quel momento e non svoltesi ormai da molto tempo.

 

 


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