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A Filippo Camerota

Narrativa - Narrativa e Poesia

Siamo cresciuti insieme, e con te insieme a tanti altri.
Anni settanta, periodo in cui si giocava con l’arco, la fionda, mangiavamo la frutta sugli alberi, andavamo a raccogliere gli asparagi, a pescare, sempre immersi nella Natura.

Eri un amico.
Ricordo i tuoi primati : campione di asparagi, di monopoli, di creatività, un grande cecchino con le pietre, e tra le tante altre cose, anche di sensibilità.

Nessuno ha il diritto di giudicare nessuno, …..nessuno.

Quando una persona soffre, tutti scappano.
Nessuno vuole vedere in faccia il dolore dell’anima, fa paura, ci rende inermi.

Lo stesso dolore ci rende folli, capaci di procurarci lesioni per cercare di pagare ad ogni costo per una colpa che non abbiamo commesso.

Bastano pochi secondi per compiere un gesto, dare l’esempio a chi ci ha ritenuto deboli.

Essere sensibili non rappresenta una debolezza, ma una forza, una marcia in più per vivere in un mondo diverso da quello che ci circonda, un terzo occhio per vedere chi, come noi, guarda oltre le apparenze.

Ti dedico una canzone degli U2.
Scegli tu!!

Posso solo dirti che non è semplice specchiarsi e riconoscersi in una società così lontana dalla semplicità che era nostra compagna di Vita.

Non è mai detto che si riesca a trovare quello che si cerca.

Con tanto affetto.

                                                                                Italo


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