Lascio il lavoro e mi dirigo verso casa.
Alla stessa ora alla fermata del bus vedo sempre tanti ragazzi appena usciti da scuola.
Uno è lì, solo, sempre in disparte con i suoi pensieri, sulla nuvoletta che potrebbe portarlo ovunque.
Sedici anni più o meno, il viso stanco, gli occhi assenti.
Il suo sguardo si perde ed è come se attorno a lui ci fosse il vuoto.

Inizio ad alzare il volume della musica nella macchina e ogni giorno metto su una canzone del Liga per aiutarlo ad “ascoltare” se stesso ed a guardare quello che esiste fuori da un guscio che prima o poi si romperà.

Nessuno è mai seduto vicino a lui.
Eppure sono tanti i ragazzi alla fermata, decine.
Cosa c’è di diverso in noi umani?
Coscienza? Amore? Odio? Gelosia? Pregiudizi? Indifferenza?

Eppure quel ragazzo mi sembra di conoscerlo.
No, non sono io, ma forse lo sono stato.
E tu?  
Prova, tendigli la mano, forse risponderà, forse no.
E se avesse solo bisogno solo di comunicare?

Basta poco. Tentare di allontanare la solitudine con un sorriso non costa niente.
Guardalo bene.
Potrebbe essere un ragazzo “qualunque”, o anche un fratello, un figlio, un amico.
Chiudi gli occhi e immaginalo seduto insieme ad un amico, sorridente e con gli occhi pieni di vita, con i sogni di un ragazzo della sua età e la consapevolezza di avere qualcuno con cui parlare di ciò che ha dentro.

L’indifferenza? Cancelliamola!!!

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