Ogni giorno sembrava identico al precedente da oramai quattordici anni.
Un giorno Salvatore decise allora di smontare dal treno ad una fermata intermedia.
E fu così che iniziò a camminare attraverso le campagne di un piccolo paesino.
Si fermò in una macelleria, e guardando l'anziano macellaio affilare i coltelli con l'abilità e la precisione di un chirurgo,
gli chiese : dove posso mangiare una di queste sue belle bistecche?
L'uomo prese allora un pezzo di salsiccia secca appesa a un gancio, l'affettò, e la lasciò appoggiata sul tagliere.
Camminando verso il retrobottega, ne uscì con una bottiglia di vino rosso e due bicchieri.
Indicò allo strano ospite di sedersi accanto a lui sulla scalinata in mattoncini e pietre, dalla quale si accedeva a una piccola cantinola di famiglia.
Gli occhi pieni di luce del macellaio sorridevano per l'insolita compagnia, e versando il vino disse : Gino.

E tra un pezzo di salsiccia e un sorso di vino, il silenzio li avvolse per circa due ore.
Era la mezza quando Salvatore allungò la mano in segno di saluto e ringraziamento.
Gino strinse con la sua mano forte e rugosa quella dell'uomo venuto da lontano.
Uno sguardo tra i due segnò la parola fine a quell'incontro che aveva reso quel giorno diverso dagli altri.

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