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IL COMPARTO ITTICO : UNA IMMAGINE IN CHIAROSCURO

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Ciò che emerge dai dati Ismea , Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare,  rappresenta un importante riferimento per il Governo Nazionale e Regionale, e per quanti dovrebbero adoperarsi affinchè sia garantita l'occupazione e gli ammortizzatori sociali .
Su 421mila addetti del settore ittico nella UE, 48mila sono italiani. La metà di questi sono occupati nell'attività di pesca, il 35% nell'attività di trasformazione e il 15% nell'acquacoltura. Circa 1.400 nella Provincia di Latina tra pesca, acquacoltura e trasformazione.
 
La Spagna, avendo sviluppato una politica differente da quella italiana, registra un numero di occupati di circa 92.800 unità, seguita dalla Francia con 64.700 addetti.
 
Senza entrare nello specifico, ciò che ha aiutato lo sviluppo in alcuni Paesi è stata una politica di rilancio adeguata, passata attraverso una nuova forma di fisco e previdenza e di tutela delle produzioni.

 

Il terzo posto dell'Italia in UE è importante, ma considerando che l'acquacoltura è il settore che sembra essere trainante, con una stima calcolata in un aumento annuo del 4%, e la trasformazione che ha fatto registrare un aumento occupazionale del 15%, di contro abbiamo un calo occupazionale progressivo degli imbarcati sui pescherecci che ha raggiunto il 20% negli anni. Nel Golfo e sulle isole le domande di demolizione dei natanti  sono in aumento.
 
In accordo con le Politiche Comunitarie, che mirano alla diminuzione dello sforzo di pesca, occorre trovare misure idonee a preservare un settore che nonostante l'elevato numero di occupati, passa spesso inosservato agli occhi della Politica.
Una nuova programmazione, che preveda un fermo idoneo a garantire la conservazione delle risorse e non secondo schemi predeterminati.
Allo stesso tempo le Regioni dovrebbero prevedere programmi diretti al rilancio dell'economia, con misure finanziarie idonee.
 
Un esempio? Lo SFOP Strumento Finanziario Orientamento Pesca della Regione Lazio ha finanziato la ristrutturazione e l'adeguamento di alcuni porticcioli da pesca. Perchè non affidarne poi la gestione alla categoria sulla base di un programma di integrazione reddituale e di diminuzione dello sforzo di pesca in accordo con le Amministrazioni?
 
Alla Regione Lazio chiedo di dare uno sguardo attento all'età media dei pescatori e ai giovani che si avvicinano al mondo della pesca.
Un anno fa all'Istituto Alberghiero di Formia chiesi all'On Daniela Valentini, Assessore all'Agricoltura e Pesca della Regione Lazio, di allargare il contributo dei giovani agricoltori ai giovani pescatori, per incentivare l'avvicinamento delle nuove generazioni a questo settore.
 
Concludo con la una parte della dichiarazione del Direttore Generale della D.G. Pesca e Acquacoltura rilasciata alla rivista SFOP Informa:" il comparto ittico appare più vulnerabile di quello agricolo. E' soggetto a variazioni nella consistenza delle risorse, a fenomeni ambientali, ad aumenti improvvisi dei costi operativi, a regolamentazioni restrittive delle tecniche, dei periodi di pesca e dei livelli di cattura".
 
Erminio Di Nora - Responsabile AGCI Agrital - Solidarietà -  Associazione Generale Cooperative Italiane

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