Nonostante le richieste di chiarimenti da parte della categoria del Compartimento Marittimo di Gaeta, nulla ancora si muove con riferimento al riposo biologico per l'anno in corso. Molti pescatori che adoperano i sistemi dello strascico e della volante affermano che sarebbe opportuno un fermo obbligatorio per tutti, rispettando però il periodo riproduttivo delle specie bersaglio.
Altri aggiungono che il fermo biologico, oltre a rappresentare una forma di tutela per le specie ittiche, sia anche un valido strumento per verificare i periodi, l'efficacia e i risultati effettivi.
La grande maggioranza è poi orientata verso un fermo biologico obbligatorio per tutti, compresi quindi coloro che utilizzano le reti da posta.
I ritardi con cui annualmente viene affrontato il problema non offrono uno strumento omogeneo di riposo biologico.
La Regione Lazio, che ha recepito molte deleghe in materia, insieme al Governo Centrale, devono lavorare per creare le condizioni future di sopravvivenza di una nuova generazione di pescatori, allargando a questi gli stessi benefici previsti per gli agricoltori.
L'esigenza di reperire i fondi per il Tirreno, al pari dell'Adriatico, per poter effettuare un fermo biologico degno di tale nome, deve essere garantita anche dai nostri politici.
Se il mare rappresenta una risorsa collettiva, ciò è vero a 360 gradi.
Ripensiamo quindi a questo strumento di tutela delle risorse in un contesto nuovo e in previsione delle norme che regolamenteranno la pesca nel Mediterraneo a partire dal 2008.
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