Lo stomaco era stretto in una morsa, soffocato dai pensieri di una mente sempre aperta, pronta ad accogliere ogni singola ferita in una culla di dolce amore e tenerezza.
Gli occhi, del colore del bosco piegato dal vento, trasudavano piccole gocce da un’anima dispersa tra le pareti del cielo e della terra.
Le lacrime scivolavano lentamente su un viso ferito dal tempo, e brillando lungo il cammino, inseguivano le rughe di un uomo vissuto all’ombra dei suoi sogni, specchio sincero di un bambino che non aveva mai smesso di volare.
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