Forum 290 - 19 gennaio 2007I rischi per la costa italiana per il mutamento climatico, allarme del CNR
di Gian Paolo Caliman
Foto di Carlo Emanuele Caliman
Per l' Italia e anche per il litorale del sud pontino é emergenza clima su tutti i fronti. L'allarme lanciato a livello europeo trova infatti pieno riscontro nell'analisi eseguita del Cnr. E’ bene evidenziare che il Consiglio Nazionale delle Ricerche è un ente pubblico nazionale di prestigio, con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese. Un obiettivo che l'ente persegue, dopo la riforma attuata con il decreto legislativo 127 del 4 giugno 2003, alla luce di una missione ambiziosa: essere una risorsa per lo sviluppo socio - economico del Paese. Alla base, il convincimento che l'attività di ricerca e sviluppo, determinante per la competitività del sistema economico nazionale, possa generare nuova occupazione, maggior benessere e maggiore coesione sociale.
E il Cnr con le sue analisi ora ha individuato che i fenomeni di abbassamento delle coste portano a stimare trentatre zone a rischio di inondazione nel corso del secolo. Tra queste, oltre la Versilia e tutta la costa tra Rimini e Monfalcone, varie zone del Tirreno come la nostra piana di Fondi. Conseguenza della diminuzione delle piogge medio - basse e aumento di quelle di maggiore intensità, soprattutto nel Centro - Sud. Ma non solo, gli esperti hanno segnalato già per il 2007 l'innalzamento della temperatura. L’aumento che si sta registrando preoccupa i meteorologi e gli esperti di economia ambientale. L'agricoltura, la pastorizia, il turismo associato alla neve, le immagini che ci pervengono relativamente allo scioglimento dei ghiacciai, non lasciano presagire nulla di buono. Si parla anche di una stagione estiva per il 2007 tra le più calde degli ultimi cento anni, e tutti si chiedono se siamo pronti ad affrontare eventuali emergenze ambientali. A tale proposito non possiamo non ricordare che ogni qualvolta si presenta un notevole innalzamento delle temperature si acuiscono alcune emergenze: l’acqua è la prima in assoluto. E non solo, poiché si ricorre sempre di più all’installazione di impianti di aria condizionata non solo negli uffici pubblici e privati ma anche nelle abitazioni private con un aumento del consumo di energia elettrica e di ricorso a prodotti che l’Italia deve importare. Un litorale turistico come il nostro che grazie alle varie spiagge, elencandole partendo dalla Foce del Garigliano, di Marina di Minturno, Scauri, Gianola, Vindicio, Serapo, Santo Agostino, Sperlonga, Salto di Fondi, soffre di un aumento significativo delle presenze, soprattutto durante il periodo estivo, deve confrontarsi pesantemente con la carenza di acqua e il consumo di energia elettrica oltre ai tradizionali fabbisogni. A Minturno, le cose che le associazioni ambientaliste in primis si chiedono sono: la spiaggia che non c'è, un ripascimento fallito quello con le scogliere perpendicolari, problemi che lo scorso anno hanno tenuto tutti in tensione con scarichi in mare di ogni genere. Tra gli interventi dei politici dei diversi schieramenti di maggioranza e opposizione non si sono registrati interventi di natura ambientale e tanto meno legati al ripascimento della spiaggia del comune di Minturno. Eppure, ogni anno, in occasione del mese di luglio, viene segnalata la presenza di sostanze mucillaginose, presenti fino a 4 - 5 miglia dalla costa. I primi a segnalare il fenomeno sono sempre i pescatori professionali attraverso l’esperto del comparto pesca dell’Agci Erminio Di Nora, che in più di qualche occasione ha allertato l'ICRAM – Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare con sede a Roma dipendente dai controlli del Ministero dell’Ambiente - al fine di monitorare il fenomeno. Le reti diventano ingestibili, dicono i pescatori, piene di questa sostanza mucosa che solitamente si presenta da metà luglio e si prolunga fino a fine agosto. Il gioco delle correnti, che tiene tutto all'interno delle due o tre miglia dalla costa, non favorisce in alcun modo il ricambio, proseguono i pescatori. Che sperano vivamente che non si aspetti l'emergenza per intervenire ma che chi di dovere si allerti affinché il mare, che troppo spesso viene picchettato, possa godere ovunque della Bandiera Blu. Ma l’allarme dei liquami con salmonella scaricati a mare tra Formia e Gaeta e la moria disperata, continua, quotidiana di cefali ci fa temere che il 2007 possa essere un anno peggiore di quello precedente, che ha destato negli esperti grande preoccupazione. E allora diviene drammaticamente attuale l’appello lanciato a tre firme da Italia Nostra, Assessorato all’Ambiente del Comune di Gaeta e Agci: un tavolo azzurro presieduto dal presidente della provincia Armando Cusani. Un tavolo operativo di esperti che non cercano incarichi e consulenze ma di lavorare al capezzale del malato che tutti amiamo e che assolutamente va salvato: il mare, la principale risorsa delle genti del Lazio Meridionale per le ricadute economiche che riveste.
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