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"Qualcuno" potrebbe rispondere alla Signora Maria?
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Dopo circa un anno dall'invio di questa lettera da parte di Maria Decente, vedova di Vittorio Romano, nessuno Le ha risposto, nessuno l'ha degnata del rispetto dovuto a una Donna rimasta sola.
Perchè?
E se ci foste Voi al Suo posto?
Grazie a Tutte le persone sensibili che vorranno intervenire per stare accanto a Maria e a suo figlio.
Erminio Di Nora
"Minturno, lì 02/10/2012
Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica
Onorevole Giorgio Napolitano
Al Ministro per le Politiche Agricole
On. Prof. Mario Catania
Gentilissima Signora Commissario Europeo alla Pesca
Maria Damanaki
Fondazione "Angelo Vassallo Sindaco Pescatore"
Mi chiamo Decente Mattia Maria, sono nata a Sessa Aurunca e fino al 13/09/2006, sono stata felicemente sposata con Vittorio Romano, il primo pescatore di Latina, l’uomo che mi ha portato a vedere il mare per la prima volta nella mia vita, e con il quale ho condiviso ogni momento, bello o brutto che sia stato.
Quando ci trasferimmo a Foce Verde, Latina, fummo i primi a iniziare a lavorare con le turbo soffianti, a pescare cannelli e vongole, offrendo lavoro a tante persone, insegnando il mestiere a coloro i quali hanno poi continuato, spostandosi anche a Gaeta e a Roma.
Le imbarcazioni di mio marito erano così immatricolate : 1 ROMA 2194, e 1 ROMA 2199, entrambe con i sistemi di pesca draga idraulica e attrezzi da posta.
Desidero quindi precisare l’indifferenza con cui questo Ministero ci ha trattato, e in particolare la superficialità con la quale ci ha abbandonato, come se cinquanta anni di mestiere e tanti sacrifici si potessero chiudere con un “mi dispiace, ma la sua pratica ….”.
Premesso che :
• Le suddette imbarcazioni risultano cancellate per demolizione dagli uffici marittimi di Anzio a far data dal 28/10/1998;
• Mio marito Vittorio aveva avviato richiesta di arresto definitivo con demolizione e liquidazione del premio, in base al D.M. 14/10/1994 n.611;
• Con D.M. del 21/07/1998, pubblicato sulla G.U. n. 181 del 5/8/1998, in attuazione della Legge n.164 del 21/05/1998, si approvava il piano di razionalizzazione delle draghe idrauliche;
• Nonostante il possesso di tutti i requisiti degli aventi diritto, mio marito non ricevette alcuna risposta alla sua richiesta, e provvide così a inviare in data 14/12/1998 una nuova missiva;
• A questa lettera, la DG Pesca rispose, con protocollo n. 622267, precisando che dagli atti in possesso non risultava acquisita alcuna istanza di richiesta di ammissione al piano vongole, confermato successivamente con la pubblicazione sulla G.U. del 09/01/1999 del D.M. del 03/11/1998, dal quale si poteva apprendere che mio marito non avrebbe potuto fruire dei benefici relativi alla liquidazione per il ritiro della licenza di pesca draga idraulica e al premio per l’arresto definitivo, o demolizione;
• proprio per tutti i motivi sopra esposti ci sarebbe da porsi alcune domande:
a) come avrebbe potuto la Capitaneria di Porto ritirare la licenza di pesca, se la stessa DG Pesca dichiarò di non essere in possesso delle richieste avanzate da mio marito e che i due natanti, come sopra indicati, non risultavano sul DM tra quelle ammesse ai benefici di legge? ;
b) come avrebbe potuto la Capitaneria di Porto demolire i natanti se non inseriti nell’elenco delle licenze ammesse al ritiro? ;
c) come avrebbe potuto la stessa Capitaneria di Porto ritirare le licenze di pesca se Vittorio Romano non era tra gli ammessi al beneficio del piano vongole, e quindi non ammesso né al piano di liquidazione del premio per la licenza e tantomeno per quello della demolizione? ;
d) per quale motivo ritirare le licenze senza procedere a regolarizzare la posizione di una persona che amava il mare e il suo lavoro sopra ogni cosa? ;
e) perché non ridare a mio marito, seppure dopo la sua morte, la dignità e il rispetto che merita?;
f) perché si è oltremodo proceduto al taglio delle imbarcazioni alla presenza del Com.te Sargentoni, responsabile dell’Ufficio Marittimo di Foce Verde?;
g) voi avreste rinunciato a 250.000,00 euro per ciascuna delle due licenze di pesca?;
h) voi avreste rinunciato a 70.000,00 euro circa per la demolizione di ciascuno dei due pescherecci?.
Spero vivamente che due natanti con caratteristiche simili non stiano lavorando nel Lazio, e sono oltremodo certa che tutto quello che è accaduto potrebbe anche essere un semplice errore burocratico legato probabilmente alla superficialità di qualche addetto.
Ciò che chiedo con questa mia, è la Verità, ma soprattutto donare a mio marito la Dignità e il Rispetto che sono certa ha comunque conquistato con tanti anni di duro lavoro per mare.
Le sue barche erano tutto per lui, così come per me e mio figlio Gerardo, Vittorio rappresentava “tutto”.
Mi rivolgo pertanto a Voi in indirizzo, certa che qualcuno potrà rispondere alle mie domande, e lo faccio con la determinazione di mamma e di moglie, perchè finchè non sarà ripristinata una condizione di equità e di moralità, proseguirò nella Sua memoria a chiedere Giustizia per un uomo che nel suo cammino terreno ha lasciato tanta bontà e tanto amore attorno a se.
Dignità e Rispetto, questa è la mia richiesta per un uomo, un pescatore che ha vissuto la propria Vita sul mare e per il mare.
Grazie a Voi Tutti !!!
Latina, 02/10/12
Mattia Maria Decente
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